Il cambio di nome per la “Dossenina” fa discutere e scatena le opposizioni

LODI Contestata la mancanza di partecipazione nella decisione per «mettere un’altra bandierina politica, quella dell’antifascismo, in un luogo di sport»

Il problema non è solo il nome o, meglio, non è tanto il nome, quello delle sorelle Boccalini, che fondarono la prima squadra di calcio femminile sfidando il Duce. Almeno non per tutti. Nelle obiezioni però tutti rilevano le modalità, ovvero «nessuna consultazione della città, dei tifosi, di chi quel luogo storico lo vive» per «mettere un’altra bandierina politica, quella dell’antifascismo, in un luogo di sport», con una scelta arrivata in una commissione Toponomastica convocata alle 14.30 e senza che il punto fosse inserito all’ordine del giorno. È bufera - politica - sull’intitolazione della “Dossenina” alle sorelle Boccalini. A sancire l’ufficialità, manca il passaggio fondamentale della delibera della giunta Furegato; sulla scelta si è però già espressa la commissione toponomastica, con il plauso, ieri, di Lodi Civica, che aveva portato la richiesta anche in consiglio, assecondando un percorso nato dall’impegno di Snoq Lodi e Toponomastica Femminile. «Ancora una volta si dimostra la partecipazione della giunta Furegato - tuona Eleonora Ferri, capogruppo Lega - : una scelta non condivisa in alcun modo, nonostante si tratti dello stadio della città. Peraltro sono forse le uniche azioni portate avanti da questa amministrazione, ovvero marchette politiche, perché nulla c’entra lo stadio, che è un luogo deputato allo sport, con fascismo o antifascismo. Avrebbero potuto proporre nominativi legati al mondo dello sport e condividerli».

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