Gang sudamericane, parla l’esperto:
«Nel Lodigiano non siamo immuni»

Walter Massimiliani ha indagato il fenomeno come poliziotto e come formatore e docente

«Ci sono stati episodi in passato, ci possono essere ancora, bisogna tenere alta la guardia perché il fenomeno delle pandillas , gang di derivazione sudamericana, può riguardare anche il territorio lodigiano». A dirlo, senza mezzi termini, è Walter Massimiliani, 49 anni, poliziotto, a lungo residente a Lodi, nel periodo in cui lavorava per la Questura di Milano e ha iniziato ad approfondire il fenomeno. Ha condotto, dieci anni fa, le prime importanti indagini sul territorio italiano, che hanno portato a un centinaio di arresti e ricevuto apprezzamenti da Fbi, Dia, nonché un importante risalto mediatico. «Da lì - spiega - il questore di allora mi chiese, visto che avevo approfondito molto l’argomento, di mettere a fattor comune queste competenze, organizzando corsi di formazione per la polizia in vari territori d’Italia, e col tempo è nato anche un libro, il primo che racconta questa realtà, partendo dalle indagini per arrivare a tracciare un quadro sociologico che si muove tra Stati Uniti e Italia, tra riti iniziatici, slang e tatuaggi, e descrive l’attività criminale di questi soggetti, tra estorsioni, rapine, traffico internazionale di droga».

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