
Fiab, la pista ciclabile su via San Colombano «è giusta, doverosa e inevitabile»
VIABILITÀ I rilievi effettuati dall’associazione dei ciclisti
I rilievi Fiab dicono che si è passati dalle 70 biciclette all’ora del 23 maggio 2023 - monitorati in due fasce orarie, dalle 7.30 alle 9 e dalle 12.30 alle 14, con il sottopasso ferroviario di via Nino Dall’Oro aperto - alle 180 del 14 novembre 2024, a sottopasso quindi chiuso. Con il passaggio ulteriore di 240 pedoni all’ora e senza conflitti con le due ruote. La scelta di dar vita alla ciclabile su via San Colombano, realizzata dall’amministrazione Casanova, è «giusta, doverosa e inevitabile» e il percorso «è stato indispensabile per permettere ai tantissimi ciclisti e pedoni che abitano a sud della ferrovia di raggiungere in sicurezza il centro durante i 18 mesi di lavoro per il sottopasso». Anche Fiab Lodi Ciclodi, tramite il consiglio direttivo, entra nel merito del dibattito pubblico sulla ciclabile di via San Colombano. «I dati raccolti e gli studi fatti nell’ambito del Pums, già illustrati dall’assessore alla mobilità Stefano Caserini, hanno mostrato come ci sono diverse cause per gli incolonnamenti su via San Colombano e che l’eliminazione della corsia di svolta verso via Villani è soltanto una delle cause e forse la meno importante» continua il direttivo. Altri fattori sono «l’eliminazione dei semafori a monte del sottopasso (in via San Colombano e in viale Europa) con la creazione delle rotonde, che hanno “fluidificato” il traffico spostando però, nelle ore di punta, più rapidamente i numerosi veicoli in ingresso in città, verso il sottopasso», ma anche «la modifica della rotatoria della tangenziale, nell’intersezione con via San Colombano, che ha portato alcuni automobilisti a passare per il centro per evitare la coda in tangenziale, con conseguenze sugli incolonnamenti di via San Colombano, ma anche di corso Mazzini fino a viale Agnelli». Senza dimenticare il cambio di abitudini post Covid, «con il trasporto pubblico che ha perso utenti». Secondo l’associazione dunque «l’eliminazione della corsia ciclopedonale in via San Colombano avrebbe un effetto minimo sugli incolonnamenti» e «sarebbe solo un grande spreco di soldi pubblici e obbligherebbe i ciclisti e i pedoni che la usano a percorsi molto più lunghi».
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Emilio Tarenzi
6 mesi, 2 settimane
Si poteva farla un poco più piccola per le bici e pedoni non è che transitano 70 bici tutte insieme ,sembra quasi una carreggiata.
Massimiliano Innocenti
6 mesi, 2 settimane
"giusta, doverosa e inevitabile" sono giudizi morali, non tecnici. ma da fiab lodi, braccio elettorale dell'assessore, ormai non ci si stupisce più.. ps. io sono favorevole a incrementare la mobilità ciclabile e pedonale nelle città, realizzando spazi idonei e sicuri per ciclisti e pedoni. ma per motivi tecnici (urbanistica, accessibilità, vivibilità urbana, sicurezza, riduzione inquinamento, salubrità, efficienza, ecc.), non morali perché non ne faccio una crociata contro gli automobilisti..
Shark Attack
6 mesi, 2 settimane
Il blocco è l'attraversamento di v.le Agnelli, urge un vigile il mattino, un paio d'ore... SVEGLIA!
Mangoose15
6 mesi, 2 settimane
...come al solito non so cosa abbia visto l'assessore Caserini.....ma comunque...non riesco a capire come qualche decina di biciclette possa condizionare i diritti di migliaia e migliaia di utenti, tenuto poi conto che tutto questo va a discapito dell'ambiente (ricordiamoci che siamo solo alla metà di novembre ed è già stato superato il massimo di giornate limite per l'inquinamento imposto dall'Europa). Tenuto poi conto che comunque, per i ciclisti, il sottopasso è anche servito dalle scale e sfocia in nella via di fronte all'INPS. E non continuo per pietà cristiana, perchè si potrebbero dire molte altre cose.
Alessio Cossardi
6 mesi, 2 settimane
il diritto di chi? il diritto di fare cosa? il diritto di migliaia di non-residenti di trafficare e occupare parcheggi nel capoluogo?