Due anni per una visita: una paziente 93enne di Casalmaiocco fa ricorso
LISTE D’ATTESA Proteste per il servizio dell’ospedale di Vizzolo
Per la seconda volta, a 93 anni, vittima del sistema perverso delle liste d’attesa e delle storture della sanità. Una donna di Casalmaiocco che aveva già vinto un primo ricorso insieme al Coordinamento lodigiano per il diritto alla salute, per il mancato rispetto dei tempi d’attesa all’ospedale di Vizzolo, si è ritrovata per la seconda volta nella stessa situazione. E il Coordinamento, per la seconda volta, ha fatto ricorso. «La nostra denuncia - spiega il portavoce del Coordinamento Andrea Viani - si riferisce anche alla mancata presa in carico». La paziente, infatti, la prima volta, «era in follow up con lo specialista ospedaliero - spiega Viani -, invece l’hanno mandato al Cup per prenotare un controllo a metà 2027. Abbiamo fatto ricorso. Doveva essere presa in carico, invece è stata rimandata a un controllo dopo due anni. Assurdo. Lo specialista aveva scritto che il controllo avrebbe dovuto essere tra 8 mesi. Per questo abbiamo vinto il ricorso e le hanno dato la visita nel tempo indicato».
Il fatto però si è ripresentato per un’altra patologia. «Questa volta lo specialista le ha detto verbalmente dopo la visita, ci rivediamo tra un anno e le ha dato l’impegnativa rossa che tra l’altro per la norma dovrebbe essere indicata per una visita da eseguire massimo in 120 giorni - aggiunge Viani - Ha dovuto tornare al Cup e di nuovo invece di un anno le hanno prescritto la visita di controllo endocrinologica a febbraio 2027. Aldilà del tempo di attesa, significa che la presa in carico non c’è. Dal 2023, quando alla signora sono state diagnosticate diverse patologie, ha cambiato diversi specialisti. Dovrebbe essere il primo specialista che inquadra lo stato di salute dei pazienti a seguirli e chiedere eventuali approfondimenti da colleghi di altre specialità, ma tenendo il coordinamento di tutto e senza mandare ogni volta i pazienti al Cup. Nessuno dei tre specialisti delle sue 3 patologie, invece, ha preso in carico la signora. La presa in carico deve avvenire attraverso il Rua, l’esperto che dovrebbe essere di supporto agli specialisti per gli appuntamenti».
Sul tema della mancata presa in carico, inoltre, il Coordinamento sta preparando un ricorso collettivo legato alla delibera regionale che consente a chi ha un fondo integrativo di accedere al servizio sanitario pubblico. Prima i titolari di assicurazioni, mutue e fondi si rivolgevano quasi esclusivamente alla sanità privata, la delibera, invece, consente alle strutture pubbliche (Asst e Irccs) di concorrere all’erogazione di queste prestazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA