Con il sottopasso chiuso Lodi è una città divisa in due. E attraversare la stazione diventa un’impresa per i disabili

L’associazione mutilati e invalidi civili segnala la presenza di numerosi ostacoli e chiede interventi dopo la chiusura del tunnel di viale Pavia

La premessa è che «la città, con il sottopasso chiuso, è spaccata a metà e lunghi giri per attraversarla non sono alla portata di tutti». E non lo sono in primis per persone con disabilità diverse, invalidi, ipovedenti. «La verità è che da anni sappiamo che ci saranno questi lavori, ma nessuno ha pensato per tempo ad una soluzione per chi ha difficoltà motorie che oggi è spiazzato e non sa come fare, quando basterebbe un’attenzione in più». E per esempio l’installazione di un montascale motorizzato a servizio della scalinata che fa da accesso al tunnel della stazione da viale Pavia. «Permetterebbe a chi ha difficoltà motorie, e quindi non può permettersi di prendere il sottopasso di via San Colombano, di arrivare all’ascensore del binario uno e da qui al piazzale della stazione in direzione del centro città». È la proposta che arriva per voce di Enrico Agosti, presidente provinciale dell’Anmic di Lodi (associazione nazionale mutilati e invalidi civili) , per superare l’odissea che vivono le persone con invalidità e disabilità con la chiusura del sottopasso ferroviario tra via Nino Dall’Oro e viale Pavia a causa dei maxi lavori per il raddoppio dell’infrastruttura ciclo-pedonale.

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