Caso Scotti, vertice di maggioranza: il richiamo di Lodi Comune Solidale

BROLETTO Dopo la richiesta delle dimissioni per l’assessore ai lavori pubblici

Sabato il vertice, a porte chiuse, anzi chiusissime, tanto che neppure i soliti “spifferi” sono riusciti a passare. E anche questo è un segnale della serietà del momento. Facile immaginare però che il tema sia stato all’ordine del giorno, tra spiegazioni e dibattito interno, come altre fibrillazioni delle ultime settimane, caso Piarda Ferrari in primis. La diapositiva pubblica però è una sola, con una sottolineatura: maggioranza compatta intorno alla scelta del sindaco di non mettere in discussone la fiducia a Scotti, anche se, e a dirlo è Lodi Comune Solidale, «l’errore c’è stato e non deve accadere più». La mossa delle opposizioni della mozione di sfiducia - con la quale si chiederà di fatto il ritiro delle deleghe all’assessore ai lavori pubblici e patrimonio Gianluca Scotti - porta dritto in aula consiliare il caso legato agli incarichi professionali assunti dall’ingegnere-assessore nel campo dell’edilizia privata nel corso del mandato. E lo fa dopo l’uscita del sindaco di Lodi, Andrea Furegato, che ha scelto di far chiarezza subito, non attendendo i 30 giorni concessi dalla norma per rispondere all’interrogazione, specificando di non essere a conoscenza dell’attività svolta - giudicata in contrasto con l’articolo 78 del Tuel anche nel parere del segretario generale dell’ente - , ma anche di aver invitato l’assessore a «non protrarre tale condotta». Se il Movimento 5 Stelle (alleato di coalizione, ma non presente in consiglio) non ha tardato a far arrivare al dibattito pubblico una posizione netta - «nessuna caccia alle streghe, ma ogni dubbio va chiarito con responsabilità e rigore» - , la linea di supporto alla posizione del sindaco è quella raccolta ieri da «Il Cittadino», interpellando i capigruppo di maggioranza. «Il sindaco ha risposto in maniera esauriente a un’interrogazione a risposta scritta e su questo non posso che avere piena fiducia nel sindaco, capo politico di questa maggioranza, come ho piena fiducia in Luca Scotti, per il ruolo che svolge e la persona che è, una persona che ha sempre dimostrato correttezza, trasparenza e rettitudine morale» sono le parole di Maurizio Bonfanti, da Lodi al Centro, la lista di Scotti . «Le deleghe sono attribuite dal sindaco sulla base di un rapporto fiduciario che non è mai venuto meno - ha aggiunto Antonello Nardone, capogruppo del Partito Democratico - : abbiamo appreso delle considerazioni del segretario generale e la maggioranza è compatta nel riconoscimento delle valutazioni del sindaco. Tutte le situazioni relative al merito della questione erano state nel frattempo rimosse dall’interessato». Da Lodi Civica è la capogruppo Federica Colizzi a ribadire che «la consigliera Molinari ha posto al sindaco un’interrogazione a risposta scritta e la risposta è stata inviata e resa pubblica sui giornali. Pertanto la posizione dei gruppi di maggioranza non può che essere quella e tale è anche la nostra». Anche Buongiorno Lodi, tramite Luciana Quirico , «conferma e rinnova la piena e incondizionata fiducia nell’operato del sindaco e nella corretta gestione dell’accadimento, peraltro in linea con le considerazioni svolte nel parere del segretario generale dell’ente». «Ho appreso la vicenda dai giornali - chiarisce Simona Bernasconi, capogruppo di 110&Lodi - così come ho avuto modo di conoscere la risposta del sindaco e il parere del segretario generale dell’ente, da cui si evince chiaramente che gli incarichi sono stati dismessi e la questione può considerarsi chiusa. Il sindaco ha rinnovato la sua fiducia all’assessore e non ho motivo di esprimere dubbi o altri rilievi». A parlare di errore che non deve ripetersi è Silvana Cesani insieme alla Lodi Comune Solidale . «Ci rimettiamo a quanto scritto e dichiarato il sindaco, che ha parlato di responsabilità politica e personale: l’errore c’è stato ed è stato riconosciuto dall’assessore, che ha subito rinunciato a tutti gli incarichi. Di certo sono cose che non devono più succedere».

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