
Caos pullman con centinaia di corse soppresse, i sindaci protestano e dicono basta ai disservizi degli autobus
TRASPORTO PUBBLICO Lettera di undici primi cittadini indirizzata a Star Mobility, Provincia, Prefetture e agenzia di bacino

I disservizi del trasporto pubblico locale ledono il diritto al lavoro e all’istruzione, e non sono più tollerabili. Sono 11 i sindaci del centro lodigiano che hanno sottoscritto la lettera, dal tono istituzionale ma fermo, inviata ieri mattina per dire basta ai disservizi dei bus a Star Mobility, ad Agenzia di Bacino del Trasporto Pubblico di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia, all’assessore regionale ai trasporti Franco Lucente, ai Prefetti di Milano, Lodi e Pavia, al sindaco della Città Metropolitana di Milano Giuseppe Sala, al presidente della provincia di Lodi Fabrizio Santantonio e a quello di Pavia Giovanni Palli. A firmare la lettera sono stati il sindaco di San Colombano Alessandro Granata, di Borghetto Giovanna Gargioni, di Graffignana Giovanni Scietti, di Sant’Angelo Cristiano Devecchi, di Massalengo Severino Serafini, di Pieve Fissiraga Domenico Pedote, di Orio Litta Alessandro Ciusani, di Ospedaletto Eugenio Ferioli, di Castiraga Vidardo Emma Perfetti, di Chignolo Po Antonella Zanaletti e di Miradolo Terme Michela Callegari. Nelle ultime settimane gran parte dei disagi si è verificato sulle linee che fanno passaggio tra Sant’Angelo e San Colombano, con queste due amministrazioni che sono state proprio in prima fila e promotrici dell’iniziativa.
Se da settembre a dicembre il servizio di trasporto pubblico di Star Mobility aveva retto, pur con difficoltà, tra la fine di dicembre e inizio gennaio ha cominciato ad accusare il colpo di cancellazioni su cancellazioni. Nelle ultime tre settimane è una costante la soppressione di un centinaio di corse al giorno, tra quelle che la stessa società la sera prima comunica come «non garantite», una settantina, e quelle che, pur essendo previste, non si vedono in strada. Il risultato è che studenti e pendolari continuano a restare a piedi.
«Il diritto al lavoro e allo studio sono messi seriamente a rischio dai disservizi che stiamo registrando e che nelle ultime settimane sono aumentati in modo esponenziale – scrivono i sindaci -. Molti lavoratori pendolari sono costretti a subire ritardi e soppressione dei servizi con evidenti ripercussioni sulla loro produttività e qualità della vita, oltre a dover sostenere ulteriori spese, che si aggiungono al costo dell’abbonamento già pagato, per rimediare all’assenza del servizio. La stessa situazione si ripete per le centinaia di studenti. Questi disagi non solo ledono il diritto al lavoro e all’istruzione, ma incidono anche sul benessere psicologico e sociale dei nostri concittadini, creando frustrazione e disagio. La mancata aderenza agli orari stabiliti e la frequente soppressione delle corse non sono più tollerabili».I sindaci non hanno competenza sul trasporto pubblico locale, ma i cittadini, esasperati, sempre più spesso si rivolgono a loro per chiedere una soluzione. La lettera cerca di cogliere queste lamentele e lanciare un appello decisivo: «Chiediamo un intervento immediato per risolvere questa situazione, implementando misure che assicurino la regolarità dei servizi e la loro adeguata copertura, soprattutto nelle fasce orarie cruciali per il lavoro e il trasporto scolastico – conclude la lettera -. È fondamentale che venga garantito il diritto di ogni cittadino a raggiungere il proprio luogo di lavoro e di ogni studente a frequentare la scuola senza il timore di essere ostacolato da un servizio inadeguato».
Nei saluti i sindaci dichiarano di restare in attesa di un riscontro, ma anche e soprattutto «di un piano di azioni concrete per la risoluzione dei disservizi».
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