ASILI NIDO La carenza del personale
mette a rischio le strutture nel Lodigiano

L’introduzione dell’obbligo di una preparazione specifica attraverso un percorso di laurea ha fatto crollare le domande di lavoro nel settore

L’obbligo di laurea per lavorare come educatrice negli asili nido fa crollare il numero delle persone che possono lavorare nel settore. E il rischio è di un settembre “nero”, con la chiusura di molte classi anche nel Lodigiano. Lo prevede Assonidi, l’Associazione dei gestori privati dei servizi educativi 0-3 anni (aderente a Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza). «Lanciamo questo allarme con cognizione di causa – spiega il direttore di Assonidi Paolo Uniti –. Infatti dall’entrata in vigore del decreto legislativo (n. 65 del 2017) che ha introdotto l’obbligo della laurea triennale ad indirizzo specifico per esercitare la professione di educatrice d’infanzia, domanda e offerta di lavoro si sono sostanzialmente invertite. Dal settembre 2019 (anno scolastico di entrata in vigore dell’obbligo) non abbiamo più ricevuto offerte di lavoro né curriculum di aspiranti educatrici che, fino all’anno precedente, erano invece oltre 200. L’unica cosa che abbiamo ricevuto da quel momento sono soltanto proteste e preoccupazioni di titolari e gestori dei nostri servizi, in grande affanno nell’individuare personale con titoli di studio abilitanti per poter essere inseriti in organico». Picco dell’emergenza, che Assonidi prefigura in maniera neppure troppo provocatoria dopo l’estate, sono Milano e l’area metropolitana, ma anche Lodi e Monza Brianza, dove sono presenti più di mille strutture educative.

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