A Torretta rinasce una cascina: è Casa Caracol, bar e centro culturale

Lodi Martina Di Sepio ha trasformato un fienile abbandonato in uno spazio polifunzionale per eventi, arte e co-working, ridando vita al quartiere

«Credo che ciascuno di noi sia un po’ una chiocciola, si porta dietro il proprio vissuto, che sta nel guscio. Casa Caracol nasce con questa idea, di lasciare a ciascuno lo spazio di raccontarsi e di esprimersi». E di portar fuori così quello che ha dentro. Non solo un bar e un ristorante, ma è anche questo; più un centro culturale polifunzionale, connesso e intrecciato con il luogo che lo ospita - il quartiere Torretta, dove si è scelto di ridare vita a una cascina di inizio Novecento - e con il resto della città. È la sfida lanciata dalla 34enne lodigiana Martina Di Sepio, che ha appena aperto le porte della sua Casa Caracol, al civico 1 di via Torretta. Le porte aperte arrivano dopo due anni e mezzi di cantieri per far rinascere da zero - «era un fienile abbandonato, c’erano solo le colonne» - uno stabile rurale che risale agli inizi del Novecento, da ripensare ex novo, in ogni dettaglio, e reso un centro culturale con bar e ristorante da 440 metri quadrati. «Da dieci anni sono dietro al bancone dei bar, luoghi che amo per la loro essenza di ritrovo sociale importante, ma avevo il desiderio di andare oltre il concetto di socialità legata al solo rito dell’aperitivo - spiega Martina - : la mia famiglia è stata subito al mio fianco, in un’impresa condivisa». E che ha portato, grazie allo sguardo visionario dello studio dell’architetto Stefano Capra, che ha curato tutto il progetto - «e ha detto subito sì può fare» - a dar vita a uno spazio nuovo e tutto da vivere e da popolare. Il risultato è un ambiente colorato e originale, grazie agli interni curati dagli specialisti Boselli e De Micco, pensato per collegare il cibo e il bere a momenti ricreativi. Dalla sfilata di moda alle esposizioni di opere artistiche - dai quadri alle fotografie - , dalla lettura al teatro, al cinema dei piccoli, dai mercatini con gli stand, alla balera, ai laboratori per tutte le età . Non a caso, il primo evento è collegato al circuito off del Festival della Fotografia etica. Fino a fine ottobre, le porte sono aperte il sabato e le domenica, ma mano a mano si amplieranno il calendario e le aperture. E c’è già l’idea di rendere Casa Caracol un luogo per il co-working dalle 9 alle 18, dove si potrà condividere questo spazio con altri lavoratori e stuzzicare qualcosa. «L’idea è anche ridare vita a questa parte di Torretta, che è sempre stata molto viva e animata, almeno così mi racconta la gente del posto - racconta ancora Martina - : abbiamo una grande corte e c’è l’idea di renderla teatro di iniziative all’aperto, magari anche qualcosa di simile alle sagre di un tempo». Un luogo da inventare, dunque, anche grazie al contributo di tanti. «Le porte sono aperte a chi ha un’idea da portare, qualcosa da esprimere - aggiunge Martina - : tanti ragazzi hanno voglia di dire chi sono e magari non hanno mai trovato il posto giusto per farlo. Anche gli anziani hanno tanto da dare e già mi immagino corsi di uncinetto e quelli per imparare a fare le orecchiette a mano».

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