Lodi: «Il salto del vuoto delle persone che assistono disabili e malati»

La Regione sta per tagliare gli aiuti alle famiglie in difficoltà

B1 e B2 colpiti e affondati…L’argomento della risoluzione discussa nell’ambito del consiglio comunale di Lodi del 14 marzo scorso ha riguardato indifferibili questioni di rilevante incidenza per le centinaia di famiglie lodigiane di Lodi e provincia che quotidianamente vivono-convivono con la sofferenza e insofferenza legata a gravi gravissime disabilità di propri cari, migliaia di famiglie lombarde fino ad arrivare a quel silenzioso esercito di caregiver, di cui al libro di Giovanni Barin, che a livello nazionale conta circa 8 milioni e mezzo di persone. Dietro a questa terminologia fredda caregiver, B1, B2, incomprensibile ai più e comprensibile ahimè ai soli addetti ai lavori e a quanti siano direttamente coinvolti, ci sono delle persone, da un lato i caregiver, padri, madri, figli, fratelli, nipoti che da soli accudiscono, assistono quotidianamente propri cari con gravi-gravissime disabilità (B1-B2). Stiamo parlando di persone che azzerano la loro vita per concederla ad altre, gesto nobilissimo se non si fosse obbligati a farlo specialmente nell’ambito di un sistema di welfare efficace ed efficiente o meglio che dovrebbe essere efficace ed efficiente. Stiamo parlando di famiglie che hanno basato, costruito la routine familiare anche e in certi casi soprattutto intorno al sussidio, certe volte necessario e indispensabile per poter accedere e sottoporre la persona assistita a urgenti visite mediche specialistiche privatamente oppure semplicemente per consentire ai caregiver di godere, usufruire di un’ora d’aria, banalmente andare al cinema, uscire a mangiare una pizza. Perché dal benessere mentale, psico-fisico del caregiver dipende quello della persona assistita e viceversa.

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