«Crisi di Santa Chiara, a pagare sono sempre i soliti»

Una riflessione sul pesante debito e i rincari delle rette

La situazione di Santa Chiara credo sia nota a ormai quasi tutta la cittadinanza e come ben appare dagli articoli degli ultimi mesi sul nostro quotidiano è drammatica e disastrosa. Un disavanzo di oltre 4.600.000 euro già di per sè fa tremare le gambe ma si ricorre ad un mutuo ipotecario di medesimo importo mettendo sul piatto l’intera struttura del valore di oltre 10.000.000 euro e tu credi che a questo punto le cose andranno migliorando. No, perché quei 4.600.000 sono solo la punta dell’iceberg, il sommerso, la realtà debitoria è assai più grave. Fornitori che non ricevono i pagamenti, debiti che vengono spalmati contraendo altri debiti, fornitori di alimentari, di farmaci, di servizi che non ricevono pagamenti regolari e rivendicano quanto dovuto ma che comunque continuano a mantenere in essere le loro forniture. A questi si aggiungono i debiti contratti con i lavoratori che devono ancora percepire il progetto obiettivo 2021, su quello del 2022 stendiamo un velo pietoso, e gli arretrati contrattuali dal 2019 ad oggi. È noto che con l’accordo che abbiamo sottoscritto in trattativa sindacale il 7 febbraio gli arretrati verranno spalmati, ad aprile quelli 2019 e 2020 e ad agosto quelli 2021. Per quelli 2022 e 2023 non sappiamo né se né quando verranno pagati e questo deve far riflettere: i lavoratori di Santa Chiara stanno pagando per colpe che altri hanno commesso. Come non ricordare la ristrutturazione di un salone delle feste a un costo di 800.000 euro, consulenze di liberi professionisti la cui presenza a Santa Chiara era inutile. Certo, la pandemia ha assestato un duro colpo ma ricordo che la sera del 20 febbraio 2020, il giorno prima che il Covid esplodesse in tutta la sua drammaticità, chiesi in occasione di un incontro Amm.ne - Sindacati di illustrarci la situazione finanziaria. Tutto a posto la risposta mentre in effetti il debito già superava i 2.000.000 euro.

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