Green / Basso Lodigiano
Mercoledì 05 Febbraio 2025
«La riserva delle Monticchie sarà accerchiata dai pannelli»
L’INTERVISTA Le perplessità di Luca Canova, direttore scientifico dell’oasi di Somaglia, di fronte all’avanza dell’agrifotovoltaico: «Una pessima notizia»
La riserva naturale Monticchie di Somaglia che da oltre mezzo secolo tutela l’ambiente e la biodiversità ora rischia di essere accerchiata anche da distese di impianti fotovoltaici a terra. Come se la cementificazione generale degli ultimi decenni non fosse bastata. A preoccupare maggiormente è il maxi parco solare che un privato vorrebbe realizzare a Triulza, frazione di Codogno, al confine con l’oasi Monticchie. Ma l’“ecologia” non ha confini netti, per cui anche la raffica di parchi solari che si vorrebbero creare a Terranova o a Vittadone di Casalpusterlengo e nel resto della Bassa riguardano l’oasi. Ne abbiamo parlato con Luca Canova, direttore scientifico dell’oasi Monticchie.
Come Monticchie ha accolto la notizia dell’arrivo di imponenti parchi solari nella Bassa?
«La notizia che grandi impianti fotovoltaici, nell’ordine di decine di ettari, si disporranno ai confini di Monticchie è una pessima notizia per tutti: per la riserva, per il territorio e anche per l’Europa, visto che Monticchie è una Sito di Importanza Comunitaria (SIC). La narrazione che se ne fa è surreale: sembra quasi che ricoprire il territorio di pannelli sia un beneficio ambientale, assurdo. Se copri 10 ettari di campi di pannelli hai eliminato 10 ettari di ambiente agricolo. Dal punto di vista ambientale 10 ettari di campo coperto da pannelli equivalgono a 10 ettari di campi cementati: non fa nessuna differenza. Anzi, una differenza c’è: 10 ettari di urbanizzato si creano in dieci anni. Dieci ettari di pannelli in 10 settimane».
Questi impianti potrebbe influenzare la biodiversità tutelata dalla riserva?
«Che siano negativi per le comunità ornitiche del SIC è certo e nessun dato è stato fin qui prodotto per dimostrare il contrario, senza contare il danno alla biodiversità locale. Tutti gli abitanti di Triulza sanno, solo per fare un esempio, che gli aironi cenerini e i guardabuoi si recano a mangiare in quei campi durante le ore notturne. Li si incrocia tutte le sere. L’effetto che avrà questa sottrazione di area di foraggiamento è difficilmente valutabile, ma di sicuro non è positivo».
In che modo ritiene che il fotovoltaico debba essere integrato nell’ambiente?
«Fotovoltaico e solare dovrebbero andare sui tetti, le aree dismesse, le aree bonificate che nessuno mai bonificherà più perché il costo è superiore a quello del terreno. Il Lodigiano ha quasi 7000 ettari di superficie coperta da tetti: togliamo pure quelli dei centri storici che vanno tutelati, ma ne rimangono almeno 6.000. Sufficienti ad alimentare il fabbisogno di 6000 ettari di verde agricolo».
Quali norme per tutelare le aree di confine o circostanti le riserve naturali come Monticchie?
«In un paese normale, gli strumenti di tutela di un’area protetta si estendono gradualmente verso l’esterno. In parte per limitare l’impatto dello sviluppo, in parte per renderlo più sostenibile. Nel nostro Paese, invece, si inseguono affannosamente le emergenze. Il risultato lo vediamo tutti i giorni ed è frutto di strumenti di pianificazione che sono solo esercizi accademici che non hanno alcun effetto concreto. Avete mai visto una zona che è stata tutelata grazie agli strumenti di pianificazione territoriale provinciale? Noi no. Monticchie si difenderà, come da 50 anni, da sola e con le leggi di mezzo secolo fa. Ma, al di là del fatto che vinca o perda, una riflessione sull’impotenza dell’Ente Pubblico rispetto a qualsiasi imposizione venga dall’esterno va fatta. Gli Enti Pubblici hanno una funzione regolatoria, che non deve essere oppressiva ma deve basarsi su valori, su aspettative, su presunzioni di un miglioramento. Non ci si può limitare a fare i passacarte. È un tema ambientale, a anche di tenuta complessiva della nostra società che si è fin qui evoluta in base a scelte condivise di interesse collettivo e quasi mai su scelte calate dall’alto di singoli interessati».
Ad oggi, dei comuni direttamente interessati dai progetti, solo il Comune di Codogno ha avviato un’autentica battaglia (con tutti gli strumenti a sua disposizione, dalla raccolta firme, alla mozione condivisa, fino alle vie legali) dicendo chiaramente “no” alla realizzazione del maxi parco solare, invitando alla riflessione su una transizione energetica davvero rispettosa dell’ambiente.
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