L’allodola rischia di sparire dalla campagna lodigiana

Sotto accusa soprattutto i bracconieri

L’allodola accompagna da sempre la storia dell’uomo come animale simbolo. Nonostante la paura della notte, le allodole, all’arrivo di San Francesco, roteano sulla sua casa con insolito giubilo. Venerata dai Celti, nel Nord Europa era considerata l’incarnazione dello Spirito del grano. Il suo volo ascensionale e vertiginoso divenne anche segno per alcuni dell’Ascensione del Cristo al Padre. Dell’allodola ne scrissero Dante, Shakespeare, Shelley… L’allodola dunque, nonostante sia da sempre in simbiosi con l’uomo sta sparendo dai nostri cieli a causa di esso. Ecco lo spirito in cui è nata e cresce l’ Operazione Alauda del Wwf. Lo scorso fine settimana a Zorlesco - grazie alle Guardie ecologiche dell’associazione ambientalista - è stato colto in flagranza di reato un cacciatore bresciano che utilizzava un richiamo acustico vietato impostato proprio sul canto dell’allodola. Questo passeriforme è una delle prede preferite dalle doppiette: insidiata, attirata dagli specchietti, dai fischi a bocca e dai richiami acustici vietati. Per rallentarne la triste corsa verso l’estinzione la sua caccia è stata contingentata e la vigilanza venatoria è uno dei mezzi per ridurre la pressione sulla specie. Sono al massimo dieci le allodole abbattibili al giorno per cacciatore, per un totale di cinquanta in un anno. Numeri che però non sempre vengono rispettati. «L’allodola è una specie in calo classificata Spec 2 ovvero specie concentrate in Europa e con status di conservazione sfavorevole – racconta Filippo Bamberghi del nucleo Guardie Wwf Lombardia -. Noi auspichiamo una moratoria visto che è una delle specie più importanti ed è a rischio (in regione dal 2004 al 2012, quando non c’era obbligo di annotazione, ne sono state abbattute quasi 2 milioni e mezzo). Ma al fine di permetterne ancora la caccia esiste un piano di gestione adottato da Ispra che prevede una specifica vigilanza venatoria. Come nucleo di Guardie Wwf facciamo quindi il possibile per tutelarla e ci ripromettiamo di raccogliere i dati statistici sul numero dei controlli». Il nostro Paese vanta il triste primato europeo del bracconaggio: sono più di cinque milioni gli uccelli abbattuti illegalmente ogni anno. E la Lombardia è la regione italiana a più alto tasso di illeciti di caccia: l’abbattimento di specie protette è in talune zone la norma e il territorio lodigiano risente di questa problematica per l’arrivo di cacciatori da altre province. Enormi stormi di allodole tagliavano il cielo durante la migrazione autunnale e il loro canto, inconfondibile, in primavera, risuonava in ogni parte di campagna lombarda. Oggi sempre più vuota e silenziosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA