La politica locale abbassi i toni nell’interesse di tutti

Lodi

Il bello del territorio lodigiano è che, essendo piccolo, ha sempre mantenuto un livello di dialogo politico civile e costruttivo, anche su versanti differenti. Qualcuno dirà che forse è stato un limite alla crescita e che qualche ruvido scossone in più avrebbe fatto bene. Io dico che il confronto, anche muscolare sui temi ma sempre rispettoso della persona, rappresenta invece un valore aggiunto. Certamente non mancano le eccezioni, tuttavia se guardo sul lungo periodo e al netto di qualche “protagonismo” eccessivo, gli amministratori eletti nella nostra giovane provincia hanno sempre mantenuto un aplomb istituzionale. Perché le idee e i posizionamenti divergenti mai devono sovrastare il bene comune, l’interesse della collettività.

Scrivo queste poche righe perché negli ultimi tempi, non tanto a Lodi (anche se qualche episodio c’è stato) quanto in centri minori, anche piccoli, si registra una litigiosità che suona come campanello d’allarme. Lo riportano con precisione le cronache locali dei giornali

Bene il dialogo e il confronto, perché la democrazia vive solo se ci sono idee diverse, ma stiamo attenti a non alzare troppo i toni e non cavalcare battaglie personali. Il pericolo è che, una volta calmatosi il polverone, le nostre comunità si ritrovino più povere e fragili. E soprattutto più divise, piene di rancore. Il Lodigiano è piccolo, è una provincia giovane e non può permettersi fratture sociali insanabili. L’appello è al mondo istituzionale e agli amministratori pubblici, dai sindaci ai consiglieri comunali, affinché si possa lavorare misurando i gesti e pesando le parole.

Alimentare il clima di scontento che si percepisce da una società che appare sempre più litigiosa e stanca - ma questo non è solo un problema lodigiano - non serve a nessuno. E rischia di produrre danni irreparabili alle nostre comunità. Pensiamoci.

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