Il nuovo protagonismo civile senza apprendisti stregoni

L’editoriale del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Lodi

La vittoria di Fontana è netta. Così come la sconfitta di Majorino e Moratti. Il dato che colpisce è però il forte astensionismo, da interpretare come una mancanza di fiducia dei cittadini nei partiti e una stanchezza del corpo elettorale a fronte di ripetute chiamate alle urne (l’ultima volta si è votato lo scorso ottobre). L’astensionismo pare essersi distribuito in maniera eguale in tutti gli schieramenti e dunque viene meno l’idea che i partiti di centrosinistra siano più abili nel mobilitare i propri elettori rispetto alle formazioni di centrodestra.Fratelli d’Italia conferma i sondaggi, mostra una crescita impressionante rispetto al 2018 quando era al 3 per cento - i miracoli del moderno “elettorato fluido” per effetto del quale i leader salgono e scendono in pochissimi anni come sulle montagne russe - e soprattutto pone una ipoteca sulla futura giunta Fontana: può ben rivendicare la vicepresidenza e un congruo numero di assessori (tra i nomi spunta quello di Patrizia Baffi). La Lega dimezza i consensi rispetto al 2018 ma cresce se si guarda al dato delle Politiche di ottobre 2022: l’attività fatta sui territori nel Nord, dagli amministratori settentrionali, paga ancora; il progetto della Lega nazionale di Salvini (non gradito dalla base) è invece fallito e i colonnelli lumbard farebbero bene a prenderne atto presentando il conto al loro leader.

Il Pd è il secondo partito lombardo, staccato di pochi punti da Fratelli d’Italia. Cresce rispetto al 2018 ma evidenzia una debolezza strutturale nella regione più importante del Paese. In più fatica a ragionare sul tavolo delle alleanze e sebbene abbia avuto cinque anni per selezionare un profilo adatto e di peso si è dovuto accontentare di Majorino, sconosciuto fuori Milano e per nulla radicato sui territori.

Male Letizia Moratti, nonostante il grande sforzo messo in campo. Pensava di intercettare l’area moderata, si deve accontentare di galleggiare al 10 per cento; l’ex assessore regionale al Welfare è stata danneggiata dal pessimo risultato del Terzo polo di Calenda e Renzi, i quali subiscono una dura battuta d’arresto nel loro progetto di porsi come terza via rispetto a centrodestra e centrosinistra.

Ininfluenti Forza Italia (resta solo da definire la data di scadenza del partito, come lo yogurt) e il Movimento 5 Stelle.

L’analisi del voto in ambito lodigiano offre una curiosità. A Lodi città la distanza tra Fontana e Majorino è assai meno accentuata rispetto al dato lombardo e provinciale per effetto della buona performance del centrosinistra e in particolare del Pd, che è il primo partito. Incide positivamente l’effetto Furegato (la luna di miele con la città continua) ma occorre interrogarsi sull’offerta politica che il centrodestra (a partire da Lega e FdI) è in grado di proporre agli elettori del capoluogo. Il centrodestra di Lodi ha un serio problema di classe dirigente da almeno cinque anni a questa parte ma in troppi sembrano non essersene accorti. La debacle delle Comunali di giugno 2022 non ha insegnato nulla.

I problemi che la nuova giunta Fontana è chiamata ad affrontare sono simili in gran parte della Lombardia e colpiscono da vicino non più solo le classi maggiormente disagiate ma la fascia media. Al primo posto la sanità che, al netto di quella di eccellenza spesso privata, soffre terribilmente. Mancano medici di famiglia, i Pronto soccorso appaiono sotto dimensionati, le liste d’attesa per gli esami penalizzano la povera gente che non può accedere alla sanità privata, le case e gli ospedali di comunità non funzionano ancora a regime, si assiste da anni a una ormai insopportabile lottizzazione partitica dei dirigenti ospedalieri che va assolutamente estirpata.

Occorre poi risolvere o almeno migliorare il sistema dei trasporti pubblici tanto quelli ferroviari quanto quelli su gomma. E ancora, se solo guardiamo al Lodigiano e al Sudmilano, le emergenze si chiamano qualità dell’aria - con conseguente incidenza dei tumori - e difesa dell’ambiente, a partire dallo spandimento di fanghi da depurazione sui nostri campi, per i quali occorrono seri e stringenti controlli di Arpa, Agenzia regionale protezione ambiente, e una linea per nulla permissiva verso chi specula con questo business, anche tra gli agricoltori.

I futuri consiglieri regionali infine devono agire in maniera più decisa e incisiva, facendo l’interesse super partes dei territori in cui sono stati eletti e non solo quello dei partiti che li hanno candidati. A partire dalla sanità. Quanto ai sindaci, alzino la voce e battano i pugni, si mettano insieme sui problemi reali superando gli steccati politici e ideologici.

I cittadini, anche quelli che non sono andati a votare, esigano risultati, si mobilitino, facciano sentire la loro voce: superata per fortuna la fase del populismo estremo e del falso “uno vale uno” serve una nuova stagione di protagonismo civile. Seria e non più animata da apprendisti stregoni.

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