Dall’era industriale in poi il mondo si è riscaldato di 1,2 gradi

Le ondate di calore causano vittime e danni economici

Nelle ultime settimane, eventi di calore record in varie aree del nostro pianeta: da Phoenix, in Arizona (temperature superiori ai 43,3°C per 25 giorni consecutivi!), alla città di Sanbao, nella regione cinese dello Xinjiang Uygur (52,2°C, ovvero il record di temperatura massima di tutti i tempi), all’Europa meridionale, con la regione spagnola della Catalogna (45,4°C, la sua temperatura più alta di sempre).La diffusa evidenza - al netto di ogni ottuso negazionismo - dice che eventi del genere stanno rapidamente diventando sempre più di routine, facendo crescere la preoccupazione degli studiosi e di quanti sono consapevoli delle possibili conseguenze del cambio climatico. Inevitabile, quindi, interrogarsi sulle cause di questi fenomeni. Semplici capricci della natura? Attività antropiche sconsiderate? Altri fattori? Fatto sta che, secondo un recente studio (riassunto in un articolo pubblicato su “Scientific American”), prodotto da un gruppo internazionale di ricercatori, denominato World Weather Attribution (Wwa), senza il calore in eccesso intrappolato dai gas rilasciati dalla combustione dei combustibili fossili, un caldo così estremo si verificherebbe raramente, se non mai. In verità, già un precedente lavoro del gruppo aveva mostrato come il cambiamento climatico abbia reso molto più probabile il verificarsi di vari eventi di caldo estremo. Diventa quindi essenziale che il mondo interrompa il consumo di combustibili fossili il più rapidamente possibile e si adatti a gestire le ondate di calore sempre più intense e frequenti, segno distintivo dell’emergenza climatica.

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