Tendarredo, scatta la cassa integrazione per 28 lavoratori a rotazione su 50 totali

CRISI Pesano il periodo poco propizio per il settore e il calo del Superbonus 110. La società ha sede a Casale e un capannone a Codogno

Cassa integrazione per Tendarredo, azienda specializzata nella realizzazione di tende da sole e di soluzioni per gli spazi outdoor: Pesano il periodo dell’anno, poco propizio per il segmento di mercato, e il reflusso post 110 per cento. L’anno scorso nello stesso periodo era stato attivato un analogo ammortizzatore sociale. La società ha la sede produttiva principale a Casale e una seconda sede alla Mirandolina dove si eseguono le lavorazioni di cucitura, con un terzo capannone a Codogno per le lavorazioni dei pergolati e delle soluzioni outdoor. Nel 2023 l’azienda aveva comprato l’area di 17mila metri quadrati dello storico mobilificio Gatti a Ospedaletto Lodigiano, sulla provinciale 234, con l’obiettivo di realizzare una nuova sede unica per tutte le attività, ma i lavori non sono ancora partiti. E anzi sono insistenti le voci circa la possibile vendita ora dell’area.

La cassa è di tipo ordinario, di 13 settimane, e si applica a 28 dipendenti a rotazione sui 50 occupati totali, salvo il periodo di chiusura collettiva sotto Natale. Terminerà a metà febbraio. L’azienda garantisce anticipo, maturazione dei ratei e rotazione.

«Ci sono diversi fattori che hanno spinto verso l’ammortizzatore sociale – dice Morwenna Di Benedetto, segretaria generale della Filctem Cgil -. Il settore tessile non attraversa un buon momento, e la produzione risente della stagionalità. Inoltre, il Superbonus 110 per cento ha portato un po’ a saturazione il mercato. Il ricorso alla cassa integrazione è quasi fisiologico, tanto che anche l’anno scorso nello stesso periodo è stata aperta. Tuttavia, l’azienda ci ha prospettato l’ipotesi di una diversificazione delle produzioni, anche affacciandosi su nuovi mercati, e questo lo consideriamo positivo». Sul tema della sede unica nello stabilimento ex Gatti di Ospedaletto non è stato dato invece alcun aggiornamento, e dunque l’operazione al momento sembra quantomeno sospesa. Indicazioni contrastanti che la Femca Cisl interpreta con maggiore preoccupazione: «È la seconda richiesta a distanza di un anno, e questo non ci lascia tranquilli – spiega Stefano Priori, segretario Femca Cisl Pavia Lodi -. Il tessile sta vivendo una fase di grave difficoltà, e il Superbonus 110 per cento aveva creato delle aspettative che non hanno retto al termine dell’incentivo. L’azienda è andata incontro anche a una riduzione importante del personale, e anche questo è un segnale da non sottovalutare, oltre a essere un dato oggettivo negativo per il territorio».

Nel 2023 i dipendenti erano più di 70, ora sono 50. Tutte le uscite sono state per dimissioni volontarie, senza licenziamenti, ma la mancata sostituzione delle uscite è un indicatore importante del calo della produzione avvenuto in pochi anni.

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