Shopping natalizio in calo, a Lodi ora si spera nei saldi

COMMERCIO Asvicom registra una riduzione del fatturato del 5 per cento

Centro affollato e nasi incollati alle vetrine scintillanti. Ma lo shopping di Natale quest’anno a Lodi ha fatto registrare un calo del 5 % del fatturato, e ora i negozianti si preparano con cauto ottimismo all’avvio dei saldi invernali in partenza il 3 gennaio. Secondo il monitoraggio di Asvicom sugli associati in città, a influire negativamente sulla propensione alla spesa sono rincari, costi fissi e inflazione, che hanno oggettivamente ridotto il potere d’acquisto delle tredicesime, andando a scalfire lo spirito natalizio e la voglia di regali. A tenere sono i settori del lusso, che hanno registrato un + 4 %, la ristorazione con un + 8 % e la gastronomia che si colloca in mezzo con un + 7 %. Sempre dall’indagine Asvicom, in termini di presenze l’afflusso dei lodigiani verso il centro città per lo shopping di Natale è stato giudicato soddisfacente, complici i tanti eventi natalizi in calendario, sostenuti da Asvicom stessa e dalle altre associazioni di categoria. È però calato il valore dello scontrino medio. Intanto a breve partirà la stagione dei saldi, al via in Lombardia il 3 gennaio con termine il 3 marzo. E i negozi di vicinato dei quartieri e del centro di Lodi si stanno già preparando alle vendite scontate, con le vetrine predisposte per l’occasione e l’esposizione dei cartellini con il prezzo originario e quello ribassato, associato in modo chiaro alla percentuale di sconto effettuata. La stima è di 15 milioni di famiglie italiane che approfitteranno dei saldi, con una spesa media attorno ai 130 euro. Quanto alle aspettative in città, l’osservatorio Asvicom su un campione dei propri associati fotografa un cauto ottimismo, nella speranza che la clientela punterà sulla qualità e sul servizio che solo le piccole insegne possono fornire. Certificata la fatica del piccolo commercio locale a “rimanere a galla”, Asvicom invoca politiche strutturali efficaci, per sostenere i negozi di vicinato e le vetrine dell’abbigliamento, in prima linea per rendere vive e attrattive le vie dello shopping cittadino. Oltre a sollecitare un approccio rinnovato alle vendite di settore, che ripensi ad esempio il normale alternarsi delle collezioni Primavera/Estate e Autunno/Inverno, e accordi di filiera con i fornitori, che ribassino i budget stabiliti dall’industria della moda, sempre più difficili da sostenere per gli acquirenti che devono fronteggiare rincari generalizzati.

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