LODI Un premio a Zucchetti
per l’innovazione nei software

Riconoscimento all’evento EY Private per le eccellenze d’impresa

Lodi

“Per la visione imprenditoriale e la capacità di innovare il proprio business posizionandosi come motore di trasformazione delle aziende, attraverso soluzioni software innovative che rispondono alle esigenze di digitalizzazione dei propri clienti”. È la motivazione con la quale Alessandro Zucchetti, presidente della grande software house lodigiana che porta il nome di famiglia, è stato premiato martedì scorso a Villa Reale di Monza durante la seconda tappa del roadshow “L’imprenditorialità italiana, il valore degli ecosistemi territoriali” organizzato da EY Private con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze imprenditoriali italiane e che nell’occasione ha assegnato riconoscimenti a tre imprenditori della Lombardia (gli altri due premi sono stati assegnati a Valentina Cogliati, President & Ceo di Elemaster, e Gabriele Rusconi, Managing Director & Board Member di Rovagnati).

Zucchetti ha dedicato il premio al padre Mino, fondatore dell’azienda, ed ha voluto condividerne il merito con tutte le persone che lavorano nel gruppo. Queste le sue parole dopo aver ricevuto il riconoscimento da Enrico Lenzi, partner di EY e responsabile Italia del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno: «Ringrazio EY e la giuria per questo riconoscimento, che è molto significativo perché premia l’attività di successo dei nostri collaboratori; senza il loro impegno, la loro passione, la loro capacità d’innovazione nessun traguardo sarebbe stato raggiungibile per la Zucchetti».

Poi, riferendosi al suo precedente intervento in sala in cui aveva posto l’accento sulle difficoltà per le aziende italiane di competere all’estero, ha detto: «sono altrettanto convinto che ‘l’essere italiani’ sia un grande valore, soprattutto per la creatività, la propensione al cambiamento, la resilienza e la capacità di pensare fuori dagli schemi che sono insite nel nostro Dna. Sono questi i valori in cui crediamo io e mia sorella Cristina e la cui importanza cerchiamo di trasmettere ogni giorno ai nostri collaboratori. Principi che abbiamo appreso da nostro padre, Mino, scomparso esattamente un anno fa. Ci ripeteva anche che i premi sono importanti solo se vengono considerati un punto di partenza e non di arrivo, perché l’obiettivo di tutti coloro che lavorano, a qualsiasi livello, deve essere quello di non accontentarsi mai e di migliorare sempre».

Sul «Cittadino» in edicola oggi l’articolo del giornalista Andrea Soffiantini

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