Una ragazza che porta al collo una catena spezzata: l’arte contro la violenza
DONNE DI MERLINO Un muro privato per raccontare che “la vera forza è il rispetto”
I murales diventano messaggi sociali. Scritti sempre più spesso con le immagini nel Lodigiano: a Codogno come omaggio a chi è stato in prima linea durante la pandemia da Covid, a Lodi contro il bullismo, e ancora a San Martino con personaggi che diventano esempi positivi. Così anche a Merlino, all’ingresso del paese, dove s’incontra un murale contro la violenza sulle donne. Un progetto dell’associazione Donne di Merlino e oltre, appoggiato dal Comune di Merlino, e realizzato da Volks writerz, un collettivo di artisti che ha dato forma a un pensiero, a un auspicio, che vuol diventare realtà. Un’opera che vuole essere un grido silenzioso e un invito alla libertà. Il progetto, ospitato sul muro di un’abitazione privata, nasce da un’idea semplice: lasciare un segno duraturo, un messaggio visibile a tutti. «Ogni anno raccogliamo fondi con i nostri mercatini – spiegano da Donne di Merlino e oltre – e li destiniamo a iniziative che abbiano un significato sociale. Dopo la panchina rossa, quest’anno abbiamo scelto un muro, perché le immagini parlano anche quando le parole non bastano». Il murale, dipinto con bombolette spray in tre giorni di lavoro, porta la firma di Volks Writerz, un gruppo di artisti che da anni realizza opere murarie su temi sociali in tutta Italia. A guidare la squadra, Matteo Varesi, agente di viaggi e artista per passione, che ha abitato proprio a Merlino, ed è stato contattato dall’associazione per questa iniziativa. Insieme a lui, Davide Razzo, insegnante e ritrattista, la giovane studentessa dell’Accademia di Brera, Vittoria Taddia. «Abbiamo voluto rappresentare una donna libera, che si riappropria della propria forza – racconta Varesi –. La catena spezzata è il simbolo della rinascita, il papavero rappresenta fragilità e coraggio insieme». Il progetto, finanziato con i proventi delle attività dell’associazione e con il patrocinio del Comune, ha coinvolto anche la cittadinanza: «Ci tenevamo – aggiunge il vicesindaco Giuliano Sottoriva – che il messaggio fosse chiaro e condiviso. In un momento in cui la violenza di genere riempie le cronache, ricordare che il rispetto nasce dall’educazione e dalla memoria collettiva è fondamentale». Ora il volto dipinto di Merlino è lì, a raccontare ogni giorno una storia di dignità e speranza. Un’opera che parla senza urlare, ma che invita chiunque la osservi a non voltarsi mai dall’altra parte.
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