Tutte le sfaccettature di un amore finito
nello spettacolo a cura di Mino Manni

Teatro L’Orlando furioso in scena a Sant’Angelo

Il dolore per un amore finito, quello che porta alla follia e riduce l’uomo in catene è andato in scena venerdì sera all’oratorio San Luigi di Sant’Angelo. Prigioniero di un sentimento non corrisposto, Orlando è in preda alla sofferenza per la perdita di Angelica che, invece, si è sposata con Medoro. Tutte le sfaccettature di un amore finito hanno preso vita nello spettacolo tratto da “Orlando furioso” a cura di Mino Manni. Dalle pagine del poema di Ludovico Ariosto è emersa la potenza di stati d’animo che, dall’incredulità, alla rabbia, poi al dolore e alla rassegnazione, hanno accompagnato la perdita del protagonista, fino alla consapevolezza della propria fragilità di fronte all’amore: cavaliere valoroso, Orlando non si è mai piegato in battaglia per cadere sconfitto dall’amore. «Lo spettacolo era diviso in due parti - spiega Mino Manni, attore e regista che ha messo in scena un poema antico, sempre attuale -: la prima più romantica e felice, intonata da “Samarcanda”, ha creato un momento di festa, con la narrazione della gioia degli innamorati e la scelta di Ariosto di usare immagini e metafore legate ai luoghi poetici come il bosco e il fiume». Tracciando i loro nomi sui tronchi degli alberi, è proprio così che Orlando viene a conoscenza del tradimento di Angelica. Poi, l’intermezzo musicale del terzo movimento della sinfonia di Martinu, ha fatto emergere l’inferno della sofferenza di Orlando che, da un pastore, riceve conferma di quello che, fino ad allora, era un semplice presentimento. Triste e oscura, la dimensione dello spettacolo ha cambiato forma, per rievocare la discesa di Orlando nel precipizio della follia: «Come un cuore fatto di vetro che si spezza in mille schegge, il suono dissonante del violino, sulle note di Giuseppe Verdi, ha raccontato tutte le sofferenze dell’animo. Senza più lacrime, tradotto nell’ombra di se stesso, Orlando ha parlato al pubblico della fragilità dell’essere umano. «Il teatro svolge un’operazione molto importante, facendo capire che la cultura non è di pochi, ma che è accessibile a tutti», ha spiegato Manni che proseguirà con la prossima puntata il 6 settembre a Castelnuovo Bocca d’Adda. Lo spettacolo si è concluso con Orlando, devastato e pazzo, di fronte alla luna, sulle note di “Carte da decifrare di Ivano Fossati. Sul palco, Marta Ossoli, Marta Rebecca, Silvia Mangiarotti e Francesca Ruffilli hanno cantato, suonato e recitato, regalando al pubblico emozioni forti.

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