
Cultura / Centro Lodigiano
Martedì 29 Luglio 2025
Tra i resti dell’antica Laus Pompeia Mino Manni racconta l’Orlando Furioso
Teatro a Lodi Vecchio Tra giochi di luce e canti gotici, uno spettacolo che ha catturato il pubblico per la sua intensità

I giochi di luce. I canti gotici. Le entrate ad effetto tra il pubblico. Nulla è stato lasciato al caso domenica sera a Lodi Vecchio dove tra i resti archeologici di piazza Santa Maria è andato in scena “L’Orlando Furioso”, il reading teatrale di e con Mino Manni che ha fatto tappa nell’antica Lodi per raccontare la magia del castello di Atlante narrata da Ludovico Ariosto nel suo poema che parla della guerra tra cristiani e saraceni, tra amore e ragione, tra la persona e le sue personalità. Anche a Lodi Vecchio il pubblico ha partecipato numeroso alla serata di successo sostenuta dalla provincia di Lodi (nella persona del consigliere Daniele Saltarelli) e condivisa dal Comune di Lodi Vecchio (nella persona del sindaco Lino Osvaldo Felissari). «È bello vedere come ci siano molte persone che ci seguono, tappa dopo tappa - annota Manni, regista e attore -; l’episodio del castello di Atlante si prestava ad una rappresentazione fantasy, quasi mistica e il contesto archeologico di Lodi Vecchio ci ha aiutato a rendere questo effetto, la doppiezza vissuta nel castello: abbiamo costruito numerosi effetti giocando con la luce, fondamentali le musiche di Silvia Mangiarotti e Francesca Ruffilli, Marta Ossoli e Marta Rebecca hanno invece sorpreso il pubblico entrando all’improvviso, mascherate, come streghe, generando l’inquietudine espressa dal poema, così come ha catturato l’attenzione il momento in cui Orlando uccide i due saraceni e il più anziano preferisce morire che scappare in modo vile». Come sottolineato da Manni però, il colpo di scena è stato quello finale: Ossoli ha fatto il suo ingresso impersonando la morte, stringendo tra le mani la falce. Perché “ne uccide più Orlando con la spada che la morte con la falce”.
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