TEATRO Le scuole sul palcoscenico in un mondo senza barriere

Presentato il cartellone della rassegna che si svolgerà dal 15 al 20 maggio, alle Vigne di Lodi

È il caso di cominciare dai numeri: 10 istituti scolastici coinvolti – dalla scuola dell’infanzia agli istituti superiori - tra Lodi e il territorio, con 40 classi per un totale di 30 spettacoli in scena, con una stima di circa 5.000 presenze (tra attori e spettatori) che durante sei giorni, dal 15 al 20 maggio, animeranno il teatro alle Vigne di Lodi nella 34esima edizione della rassegna di teatro delle scuole, organizzata come sempre dal Laboratorio degli Archetipi con il sostegno dell’amministrazione comunale. «Il teatro alle Vigne – ha detto ieri la vicesindaca Laura Tagliaferri presentando l’evento insieme all’assessore Milanesi– è il tempio della cultura cittadina, usarlo per la rassegna delle scuole significa far vivere il teatro ai ragazzi non solo da fruitori, ma da protagonisti, con la speranza che si appassionino al teatro e che tornino a viverlo anche in futuro».

Nata nel 1985 da un’idea di Giacomo Camuri e Carlo Rivolta, l’iniziativa dimostra la forza del suo radicamento nel territorio. «È commovente – ha commentato Camuri – ritrovare tra il pubblico genitori che seguono lo spettacolo dei loro bimbi ricordando che a loro volta, da studenti, avevano calcato questo palco». Il teatro diventa un momento importante del processo di formazione culturale e anche civile dei giovanissimi. «Fin dall’inizio – ha ricordato Camuri – l’iniziativa si è proposta come un ponte tra la scuola e la società, lanciando ogni anno temi rilevanti legati all’attualità. Quest’anno il tema è “Mai senza l’altro. Nel mare delle differenze”, che insegnanti e studenti sono stati chiamati a sviluppare nella massima libertà».

I laboratori scolastici hanno spaziato dal teatro di parola al musical, dal teatro in lingua inglese alle performance di band musicali. La rassegna si completa con la partecipazione di tre realtà non scolastiche con sede a San Colombano al Lambro: lo SFA (Servizio di Formazione all’Autonomia) e il CDD (Centro Diurno Disabili), frequentati da persone con disabilità, e il CPA, centro di riabilitazione psichiatrica: «Queste persone – spiega Maddalena Astorri, collaboratrice del Laboratorio degli Archetipi – vivono una realtà molto dura, e la loro presenza permette a noi “normali” di entrare in contatto con una realtà che da fuori spesso non immaginiamo». L’auspicio finale, condiviso da Camuri e Tagliaferri, è che la rassegna diventi patrimonio della città, entrando stabilmente nella programmazione del teatro.

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