
Sommariva, il lodigiano che fotografò Mata Hari. Ritratti e pezzi di storia esposti al circolo Archinti a Lodi
FOTO ETICA Nel circuito Off 25 scatti nella mostra a cura di Aldo Papagni e Vittorio Vailati per raccontare l’ascesa del grande fotografo
Non solo ritratti, ma pezzi di storia. La mostra “Emilio Sommariva, il lodigiano che fotografò Mata Hari” porta al Circolo culturale Archinti – all’interno del Circuito Off del Festival della Fotografia etica – un patrimonio di volti e memorie. Venticinque scatti selezionati raccontano l’ascesa di un fotografo, nato a Lodi nel 1883, capace di conquistare l’aristocrazia milanese, la borghesia rampante e persino la casa reale. Le immagini provengono dalla Biblioteca Braidense di Milano, dove si conserva il fondo Sommariva: 5400 stampe e 50mila negativi sopravvissuti ai bombardamenti. «Abbiamo scelto ritratti ad alto impatto, tra case regnanti, dive dello spettacolo e protagonisti della cultura – spiega Aldo Papagni, giornalista e curatore della mostra insieme a Vittorio Vailati –. Il momento più suggestivo resta lo scatto a Mata Hari, che Sommariva realizzò nel 1911 quando la celebre danzatrice giunse a Milano». Dai primi del Novecento agli anni Quaranta, Sommariva (anche pittore di un certo talento) fu il testimone della Milano artistica e industriale. Immortalò volti della nobiltà come la contessa Soragna e la principessa di Molfetta, compositori come Puccini e Leoncavallo, intellettuali quali Marinetti, Boccioni, Margherita Sarfatti, Respighi e Bontempelli. E ancora, le dive del cinema muto Lyda Borelli, Irma Gramatica, Anna Fougez, fino ad Ada Negri, la scrittrice con cui condivideva le radici lodigiane. «La mostra nasce da una conferenza che Papagni aveva tenuto da noi lo scorso maggio – racconta Stefano Taravella, direttore di Unitre –. La maggior parte dei presenti conosceva poco o nulla di Sommariva. Anch’io sono rimasto colpito e abbiamo deciso di trasformare quell’interesse in un’esposizione. Non è stato semplice recuperare il materiale dalla Braidense, ma ci siamo concentrati sui ritratti più iconici». Un percorso che ricostruisce la Milano e l’Italia di inizio secolo: aristocrazia vera e industriale, intellettuali e attrici, ognuno colto nell’attimo in cui l’obiettivo lo consegnava all’eternità.
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