Siamo serial, “Città delle Ombre”

Omicidi all’ombra dei capolavori di Gaudì, una serie tv per scoprire le contraddizioni di Barcellona

Barcellona, con le sue importanti e imponenti trasformazioni urbanistiche, è la vera protagonista della Città delle Ombre, una miniserie di sei episodi tratta dal libro Il boia di Gaudì dello scrittore catalano Aro Sàinz de la Maza. In un giorno d’autunno del 2010, gli abitanti si svegliano con una scena raccapricciante: un uomo, che poi si scoprirà essere un importante imprenditore edile, è stato legato e bruciato vivo sulla facciata de La Pedrera-Casa Milà, uno degli edifici disegnati dal grande architetto Antoni Gaudì e uno dei più iconici di Barcellona. La vittima è Eduard Pintó, il quale era stato rapito e tenuto prigioniero per cinque giorni senza acqua né cibo. Per risolvere il caso, una giudice richiama in servizio Milo Malart, un agente dei Mossos d’Esquadra che era stato sospeso per aver aggredito il collega Jordi Singla, coordinatore delle indagini sul caso di omicidio.

Milo è interpretato da Isak Férriz, un poliziotto tormentato dal suicidio del giovane nipote, a cui era molto legato. In servizio, gli viene affidata una nuova collegata arrivata da Madrid, Rebeca Garrido, l’ultima prova da attrice della madrilena Veronica Echegui (La fredda luce del giorno): la serie tv è dedicata proprio alla sua memoria, la donna è infatti morta di cancro quest’estate a soli 42 anni.

I due agenti, nonostante la difficoltà iniziale, riescono a portare avanti l’indagine condividendo la pista: il serial killer, forse più di uno, colpirà ancora e non ha scelto a caso né la vittima né il luogo in cui l’ha uccisa.

Al di là della trama, un crime di tensione, Città delle Ombre è una serie tv interessante perché è in grado di mostrare le contraddizioni di Barcellona, quelle che si dipanano tra la bellezza dell’arte e il degrado, tra le fantasiose e imponenti realizzazioni di Gaudì e la violenza. Non è un caso che sul furgone utilizzato per uccidere la prima vittima si legga la scritta “Barcellona fatti bella”. In particolare, Città delle Ombre mostra una Barcellona sconvolta negli anni da grandi trasformazioni urbanistiche, come accadde per esempio in occasione delle Olimpiadi del 1992, quando le case dei ceti più popolari vennero rase al suolo per lasciare spazio alle nuove costruzioni. Il regista Jorge Torregrossa ha deciso di inserire nel montaggio le immagini d’archivio che mostrano la differenza tra presente e passato, la speculazione edilizia ha lasciato un’impronta difficile da digerire all’interno del tessuto sociale, soprattutto perché si è deciso di relegare in un angolo i residenti più poveri per far spazio a milioni di turisti, quelli che ogni anno prendono d’assalto Barcellona, forse rubandole un po’ l’anima.

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