“San Donato scende in pista”, al via gli appuntamenti in vista delle Olimpiadi
MILANO CORTINA 2026 Una riflessione su sport e media
Giovedì sera Cascina Roma ha ospitato il primo appuntamento della rassegna “San Donato scende in pista”, il percorso culturale che accompagnerà la città verso le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Ad inaugurare l’iniziativa è stato l’assessore allo sport Massimo Zuin, che ha sottolineato «l’importanza di trasformare l’attesa olimpica in un’occasione di incontro e partecipazione per tutta la comunità», ricordando inoltre che San Donato Milanese si prepara ad accogliere la fiaccola olimpica il prossimo 5 febbraio 2026. Ospiti della serata, i docenti Paola Abbiezzi e Giorgio Simonelli dell’Università Cattolica di Milano, che hanno guidato il pubblico in una riflessione sul ruolo dei media nel raccontare lo sport e le Olimpiadi, tra spettacolo, racconto e cultura popolare. Insieme al giornalista Claudio Arrigoni è stato sottolineato come nella storia della radio, della televisione, del cinema è cambiato il modo di raccontare lo sport. «Oggi si sono aggiunti anche i social - ha sottolineato Simonelli - e stanno facendo un lavoro sullo sport in due direzioni: il primo è quello della frantumazione ovvero si fruiscono momenti brevi, ridotti, più che la completezza di una gara. L’altro è l’uso diretto dei social da parte degli atletici di raccontarsi e raccontare la gara. È il grande mito della disintermediazione: possiamo parlare direttamente con un campione ma viene meno la mediazione giornalistica». Nonostante questo cambiamento, Simonelli ritiene che il racconto sportivo conservi una funzione educativa. «Le Olimpiadi riescono ancora a mantenere i valori dello sport, anche se la loro centralità è diminuita. Un tempo tutti guardavano l’Olimpiade, oggi invece deve concorrere con molte altre proposte, ma resta comunque un’occasione di crescita collettiva». La docente Paola Abbiezzi, esperta di storia dei media, ha invece posto l’accento sul tema della rappresentazione femminile nello sport. «Raccontare le atlete oggi è fondamentale — ha spiegato — anche per un processo di identificazione. Lo sport ha vissuto l’emancipazione femminile proprio attraverso la partecipazione delle donne, e i media hanno una grande responsabilità nella trasmissione di modelli positivi. Oggi si parla di parità quantitativa, come avvenuto a Parigi, ma la vera sfida è quella della rappresentazione qualitativa. Su questo c’è ancora molto lavoro da fare». In vista dell’arrivo della fiaccola olimpica a San Donato, Abbiezzi ha voluto rivolgere un messaggio ai media locali che «possono raccontare le piccole storie nelle quali ognuno si riconosce all’interno del grande contenitore dei valori olimpici - conclude - avere la fiaccola sul proprio territorio è un’emozione straordinaria. La fortuna di chi potrà raccontarla e vederla passare è un’esperienza forse più bella dell’accesso diretto alle gare».
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