Pellizza da Volpedo protagonista alla Galleria d’Arte Moderna

LA MOSTRA Un assaggio della sua pittura al di là del famosissimo Quarto Stato

Ci sono artisti fortunati e altri meno. C’è chi ha valorizzata l’intera opera, chi invece ha in sorte d’essere identificato con una opera sola, unica e tanto irripetibile da succhiarne vampirescamente ogni singolo aspetto della produzione artistica. Tra quest’ultimi va sicuramente annoverato Giuseppe Pellizza da Volpedo, pittore piemontese che con il suo “Quarto Stato (meraviglioso è per certi versi il tragitto e i successivi posizionamenti che ha avuto fino alla collocazione definitiva al piano nobile della GAM di Milano) ha finito per essere il pittore di un solo quadro. Per di più citato dal cinema (quanto gli deve Novecento di Bernardo Bertolucci) come dai media contemporanei. D’altronde, la fiumana dei lavoratori (a proposito la prima versione è a Brera e i cartoni un po’ dappertutto,soprattutto al Museo del Divisionismo di Tortona) è molto più di un simbolo di lotta e lavoro. Mentre, un assaggio della diversità della pittura di Pellizza la si può sondare nella mostra milanese, sempre alla Galleria d’Arte Moderna, “Pellizza da Volpedo. I capolavori”, curata da due specialiste come Paola Zatti e Aurora Scotti (visitabile fino al 25 gennaio prossimo, splendido catalogo, pieno di documenti e fotografie, edito da Dario Cimorelli editore). Al di là della tragica fine dell’artista, Pellizza si suicida nel 1907 all’indomani della morte dell’amata moglie, la sua opera attraversa in modo originale due movimenti contigui e giustapposti dell’arte italiana e europea, soprattutto francese: il divisionismo (di cui fu l’esponente principale della cosiddetta Scuola di Tortona) e il simbolismo. Dall’improvvida fusione dei due stili sorsero le varie secessioni floreali o liberty. Nondimeno per reazione il primo Futurismo. Ma, con Pellizza i temi sono ancora “campagnoli”, agresti, talvolta arcadici. Visti con gli occhi contemporanei il suo mondo è un mondo piccolo e di piccoli gesti e cose, a cui la modernità sembra sfuggire. Eppure, alcuni accecanti bagliori di modernità sembrano pervadere alcune tele che anticipano la marcia del Quarto Stato. (F. Fr.)

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