L’artista giapponese Chiharu Shiota al Mudec di Milano
LA MOSTRA La poetica della cinquantatreenne di Osaka
Il binomio extracittadino Milano Torino da qualche tempo non è più esteso solo alla musica (MiTo docet) o a un celebre cocktail amato da Roberto Calasso (Anna Katharina Frohlich nel suo memoir lo racconta con dovizia di particolari), ma è anche l’arte a stabilire più di un addentellato con le due città più sperimentali, commerciali e industriose d’Italia. Una delle ultime sinergie riguarda un’artista giapponese, Chiharu Shiota. Infatti , da pochi giorni al Mudec di Milano è possibile ammirare nell’agorà al piano nobile che introduce alle sale della collezione e alle mostre temporanee (è ancora visitabile M.C. Escher. Tra Arte e scienza) l’imponente monumentale site-specific “The moment the snow melts” (in traduzione e vista la morsa di gelo di questa settimana quanto mai tempestiva: il momento in cui la neve si scioglie) che rappresenta la quintessenza, con i fili posti a piombo dal soffitto che legano fogli pieni di parole, della poetica della cinquantatreenne artista di Osaka. Curata da Sara Rizzo, l’installazione resterà visibile fino al 28 giugno prossimo. Dunque, un centinaio di km a ovest, spostandoci dal Mudec di Milano al Mao di Torino, la Shiota è ancora protagonista con un’antologia retrospettiva dal titolo “The Soul Trembles” (anche questa aperta fino alla fine del mese di giugno) . La cura è di Mami Kakaota, Davide Quadrio (con Anna Musini e Francesca Filisetti), gli stessi curatori, oltre al bellissimo catalogo, edito da SilvanaEditoriale, per l’ultimo numero in edicola di Art & Dossier hanno redatto sia il dossier monografico accluso alla rivista sia all’interno della medesima, un’intervista con l’artista. Pertanto, di materiale per comprendere l’arte di Shiota ce n’è in abbondanza e mettendo da parte la critica, il consiglio più interessante è quello di immergersi totalmente nel dispositivo estetico che avvolge più spazi e piani del Mao, insufflato letteralmente negli allestimenti della collezione permanente. Il contrasto all’apparenza disturbante - il senso è però freudiano – quindi ha a che fare con l’uscita fuori dalle orbite della visione con i peggiori o migliori incubi e sogni dell’inconscio. Soprattutto con i meccanismi del ricordo e della memoria. I celebri reticolati che impagliano spazio e tempo (sono i passaggi da un’opera all’altra a dettare impreviste cronologie) introducono il visitatore nell’universo estetico e mentale di Shiota, in cui fotografia, volitive e differenti tecniche pittoriche, riprese video – performative, sembrano provenire da un mondo altro, ma non alieno dalla realtà contemporanea. (F.Fr.)
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