“La natività” di Lorenzo Lotto al Museo Diocesano di Milano
L’ESPOSIZIONE Potrà essere vista fino a febbraio
Filippo Lippi, Sandro Botticelli sono alcuni degli artisti che hanno adornato nel periodo natalizio le stanze destinate agli allestimenti temporanei del Museo Diocesano “Carlo Maria Martini di Milano”. Infatti, al centro dell’iniziativa un “Capolavoro per Milano” per questo Natale il museo ha deciso di ospitare “La natività” di Lorenzo Lotto, straordinaria tavola proveniente dalla Pinacoteca nazionale di Siena, conosciuta anche il “bagno di Gesù bambino”. La tela, esaltata dall’allestimento predisposto da Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, un filotto già sperimentato in precedenti occasioni, con la successione storico- critico-didattica dell’opera, la messa in atto tridimensionale dei personaggi che animano la scena e infine il passaggio vero e proprio alla visione della tela stessa – d’altronde è la mostra di un solo quadro – cerca di raccontare cosa c’è davanti al mistero del Natale e alla nascita del Cristo. L’intero svolgimento, scenografico e drammaturgico di ciò che si sta compiendo, umanizza nel quotidiano l’evento più imprevedibile mai accaduto. Quante madri, aiutate da chi le sta coccolando dopo il parto, lavano i loro neonati? Un gesto che si ripete dall’alba dei tempi e che la straordinarietà dell’evento non cancella. Tutt’altro ne evidenzia come anche nel mistero del Natale vi alberga la semplice quotidianità di ogni giorno e madre. Al di là di esegesi e interpretazioni ben spiegate dai saggi contenuti nel catalogo edito da Dario Cimorelli Editore (La Natività può essere vista fino al prossimo febbraio), la postura con cui si deve osservare la tavola del Lotto deve necessariamente essere quella di una contemplazione disincantata, tutt’ancorata a una spiritualità connessa a quella fede che ammanta gli uomini da duemila anni a questa parte. Unico modo per tentare di capire il mondo di ieri e gli sviluppi dell’oggi, all’apparenza invisibili, per come sono nascosti dall’incessante e assordante frastuono della contemporaneità. (F. Fr.)
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