LA MOSTRA Il cosmo e l’arte: foto e pittura senza confini allo Spazio 21
Sabato pomeriggio (ore 18) l’inaugurazione in via San Fereolo a Lodi
Quindici artisti che riflettono sul tema del cosmo. È in programma sabato pomeriggio (ore 18) l’inaugurazione di “Cosmologie”, la mostra curata da Angela Madesani allestita allo Spazio 21 in via San Fereolo a Lodi: l’affascinante cornice industriale accoglie una trentina di lavori che vanno dalla scultura all’installazione, dalla fotografia alla pittura. Gli artisti selezionati, italiani e stranieri, interpretano e plasmano il tema della mostra che indaga la conoscenza della struttura e dell’ordinamento dell’universo. «Le opere – precisa Madesani – sono legate fra loro dalla regia curatoriale, senza pretesa di dare vita a una catalogazione di artisti che hanno lavorato e che lavorano su temi di natura astronomica o cosmologica».
Tra le opere spiccano quelle del padrone di casa Pierpaolo Curti: l’artista lodigiano ha creato grandi costellazioni in cui talvolta fa capolino un pezzo di terra. Lo sguardo della giovane Carlotta Roda (1999) cattura invece, attraverso strumentazioni specifiche, il mondo celeste con immagini di grande formato. I lavori fotografici di Francesco Del Conte (1988) guardano al cielo stellato da luoghi diversi tra loro, anche dal punto di vista dell’inquinamento ambientale. Sono a prima vista romantici firmamenti celesti quelli del fotografo Paolo Parma (1958), svelandosi poi nella realtà quali riprese ravvicinate della polvere. Una simile ambiguità dello sguardo è presente anche nel lavoro di Concetta Modica (1969), in cui fusioni di sepali di pomodoro appaiono come stelle su tavole dipinte. Stranianti sono pure le xilografie di Eugenia Vanni (1980), che hanno come matrici assi di legno, ma che rimandano a immagini stellari. Francesco Carone (1975) propone due disegni con costellazioni e diamanti sintetici e un terzo disegno con strumenti per osservare la dimensione micro e quella macro. Le foto di Luca Pancrazzi (1961) documentano la sua grande collezione di stelle.
Installative sono le opere del giapponese Satoshi Hirose (1963), che lavora da molti anni sul tema del cielo, e della francese Sabine Delafon (1975), che dipinge stelle su piatti di Delft bianchi e azzurri.
È, invece, un libro-opera il lavoro firmato da Serena Vestrucci (1986), in cui l’artista utilizza un volume di matrice astronomica di cui scava le pagine per dare vita a forme che rimandano a una dimensione organica. Il cielo e la terra sono i riferimenti immediati del dittico, realizzato con particolari tecniche, nei colori oro e azzurro di Serena Fineschi (1973). Il riferimento è alla storia dell’arte come nel piccolo dipinto di Elena El Asmar (1978). Alberto Messina (1994) presenta lavori fotografici in cui le protagoniste sono le piccole stelle di pietra collocate sul muro del Planetario di Milano. L’opera di Francesco De Molfetta è, infine, una fusione in bronzo di un cellulare con lo schermo nero vuoto. La mostra, visitabile fino al 27 aprile (da giovedì a sabato, ore 15 -19 e su appuntamento) è accompagnata da un catalogo edito da 21 con testo critico di Angela Madesani.
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