Fotografò re, principesse e dive: la Val Vigezzo ricorda il lodigiano Emilio Sommariva

Arte Una mostra con scatti, dipinti e documenti che hanno come filo conduttore i paesaggi

Ha fotografato re e principesse, dive del cinema muto e donne fatali come Mata Hari, artisti, poeti come Tagore, e Puccini e Leoncavallo tra i musicisti: suoi i più famosi ritratti di personaggi-mito dei primi decenni del Novecento. Emilio Sommariva, una delle figure più significative della fotografia italiana; e una gloria lodigiana, perchè nella città sull’Adda nacque nel 1883, trasferendosi presto con la famiglia a Milano, dove a 19 anni aprì lo studio da cui mosse la sua vicenda di fotografo, in rapida ascesa sulla scena nazionale e internazionale. La mostra che fino al prossimo 2 novembre gli rende omaggio a Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo presso la Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini”, organizzata dall’omonima Fondazione presieduta da Bruno Testori, con la segreteria di Chiara Monferrini, presenta Sommariva nella duplice personalità di fotografo e di pittore. Era stata la sua frequentazione degli artisti, nello studio di viale Monforte e poi di via San Paolo divenuti luogo di incontro con i protagonisti dell’arte del tempo, da Previati a Wildt, a Boccioni e a Carrà, a indurlo a riprendere negli anni Venti del Novecento lo studio della pittura, appassionatamente avviato all’Accademia di Brera e poi interrotto per ragioni economiche. Da allora, si sarebbe espresso con i colori e i pennelli oltre che con l’apparecchio fotografico, e il punto di incontro tra i due itinerari sarebbe stato quello tematico; soggetto primario, i paesaggi e la vita dell’amata Valle Vigezzo, luogo prediletto di lunghi soggiorni.

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