
Canzone d’autore e letteratura
nei 22 racconti di Stefano Corsi
LIBRI Il “prof” bergamasco-lodigiano presenta il suo volume “Meno male c’è sempre qualcuno che canta”
“Meno male che c’è sempre qualcuno che canta e la tristezza ce la fa passare”, intonava Francesco De Gregori in un brano poco noto e bellissimo, “La ragazza e la miniera”, lato B della celeberrima “Donna Cannone”. Un verso che ha ispirato il nuovo libro di Stefano Corsi, autore prolifico e firma nota ai lettori del “Cittadino” grazie alla rubrica “Dietro le parole”, in cui ogni settimana scandaglia l’universo della lingua italiana. Questa volta il “prof” lodigiano (ma nato a Bergamo, quella che rimane la sua “piccola patria”) porta a compimento un vecchio progetto che unisce due grandi passioni: letteratura e canzone d’autore. “Meno male che c’è sempre qualcuno che canta”, edito da Bolis, è una raccolta di 22 racconti ispirati ad altrettante canzoni, brani che hanno fatto da colonna sonora alla sua vita e che Corsi trasforma, con un abile espediente letterario, in storie di ricordi e rimpianti, di sogni e paure, di amori e non amori. Di vita. Una sorta di antologia del cuore, in cui l’autore omaggia musicisti maggiori o “irregolari” e testi che hanno segnato il suo percorso, lasciando tracce indelebili o appena sfumate. Le canzoni scelte si rinnovano, prendono direzioni impreviste, mentre Corsi conferma ancora una volta la sua capacità di instillare domande, dubbi, emozioni attraverso una prosa limpida, colta, precisa. Malinconia e ironia si alternano nelle 123 pagine di un libro che ha il merito – tra i tanti – di restituire dignità a un genere spesso considerato “minore”: la canzone.
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