
A Lodi si suona sempre meno: che fine hanno fatto tutti i locali di musica live?
Movida La chiusura del Km 298, considerato uno degli ultimi avamposti, è stata vissuta da molti come un lutto
La recente chiusura del Km 298, uno degli ultimi avamposti cittadini della musica dal vivo, è stata vissuta quasi come un lutto da quanti sono cresciuti sotto un palco, tra amplificatori sparati, luci stroboscopiche e voglia di condivisione. Oggi, a parte le rassegne estive, a Lodi resistono solo Vigna Alta e il BarZaghi come locali di aggregazione con un’impronta musicale, oltre all’Associazione 21, il polo culturale fondato dall’artista Pierpaolo Curti in via San Fereolo. Eppure, in tempi non così lontani, il panorama del capoluogo era decisamente più vivace. La crisi economica, i costi sempre più alti e i cambiamenti sociali hanno costretto tanti luoghi, meta di giovani e meno giovani, ad abbassare per sempre la serranda. Pub, circoli, discoteche: luoghi del cuore per intere generazioni, quasi una seconda casa dove bersi semplicemente una birretta oppure ascoltare un concerto live, si trattasse della band degli amici o di Vasco Rossi (sì, si è esibito pure lui a Lodi).
© RIPRODUZIONE RISERVATA