Il “principe pellegrino” ha camminato da San Giuliano a Santiago de Compostela

Di nobili origini, Edoardo Azzimonti Galleani ha percorso 3.250 chilometri partendo da Civesio

Edoardo Azzimonti Galleani è il principe pellegrino di San Giuliano. Lo scorso primo giugno ha percorso a piedi il Cammino del Nord di Santiago de Compostela camminando per 3.250 chilometri in 120 giorni. Un’impresa coraggiosa che è iniziata da Civesio, dove vive, perché come lui racconta «un vero pellegrinaggio inizia da casa». Edoardo ha 45 anni, ha studiato Medicina e nonostante le sue nobili origini è un veterano dei cammini di Santiago che ha iniziato a scoprire nel 2018 senza più fermarsi. Le sue origini nobiliari possono incuriosire molto ma Edoardo ama vivere la città metropolitana e due volte all’anno parte alla scoperta dei 56 percorsi che hanno come destinazione il capoluogo della Galizia, in Spagna. Il percorso, in compagnia di uno zaino, è iniziato in direzione della Certosa di Pavia dove parte la via Francigena e da qui ha iniziato il suo cammino lungo la via Tolosana sul monte Monginevro, verso Lourdes.

Dopo un giorno di cammino l’arrivo nella città di Saint Jean Pied de Port, al confine con la Spagna e l’inizio del Cammino del Nord lungo la costa attraversando le famose città di Bilbao, Santander, Oviedo fino a Santiago de Compostela. Il suo primo cammino fu nel 2018 quando partì da Saint Jean Pied de Port, una tappa conosciuta dai pellegrini perché per molti è il punto di partenza del Cammino Francese. «Quando scopri la bellezza del cammino poi non vuoi più fermarti - racconta il principe pellegrino -; passo dopo passo ti accorgi che camminare è la metafora della vita, capisci quali pesi vuoi tenere veramente all’interno del tuo zaino, così come durante il cammino di Santiago anche nella vita non sai mai quali difficoltà potrai incontrare». L’arrivo a Santiago de Compostela è per Edoardo la consapevolezza di avercela fatta, è un viaggio con sé stessi, una vera crescita interiore. «I pellegrini che ho incontrato sono molto sereni - ricorda Edoardo - sono felici perché tutti hanno la stessa percezione delle emozioni che si provano durante questa esperienza, una comunione di sensazioni».

Ciò che ha spinto il principe a camminare è stato un brutto incidente come racconta: «Fin da giovane ho sempre amato correre, poi un giorno la rottura di quattro vertebre della colonna vertebrale mi ha costretto alla paralisi per circa sei mesi e dopo la guarigione ho pensato che la soluzione per continuare a fare sport fosse iniziare a camminare». Il primo sentiero percorso dal principe fu il sentiero del Viandante nel 2017, da Milano a Lecco e poi in salita verso il monte Spluga; un’esperienza talmente entusiasmante che l’anno dopo, nel 2018, decide di partire per il suo primo cammino. Il secondo cammino nel 2020 nei mesi della pandemia Covid e poi altri cammini fino a quello percorso quest’anno. La lunghezza, la perseveranza, la costanza mentale, sono queste le vere difficoltà che devono affrontare per raggiungere Santiago de Compostela: «Quando si percorre l’altopiano più antico della penisola iberica, la Meseta, si cammina per 200 chilometri nel nulla - aggiunge il principe -; non si trova l’acqua e nel periodo estivo le temperature toccano i 40 gradi, quindi, occorre calibrare bene la quantità di acqua e l’utilizzo che si vuole fare».

Il racconto di Edoardo Azzimonti è quello di un viaggio epico che accompagna i pellegrini ad entrare nel vissuto reale del territorio e a conoscere moltissime persone dalle diverse nazionalità ma tutte con un comune denominatore: il sorriso sulle labbra. Ogni anno arrivano circa 450 mila pellegrini davanti alla famosa cattedrale di Santiago de Compostela e tutti concludono la loro esperienza con un abbraccio anche tra persone sconosciute ma unite dalla stessa esperienza: scarpe lise, vesciche ai piedi, dolori ma anche occhi pieni di paesaggi mozzafiato. Conclude Edoardo: «L’importante è partire, non prenotare il volo aereo di ritorno perché le difficoltà che si possono incontrare non si possono prevedere, ma questo farà nascere in ognuno una consapevolezza che spingerà i pellegrini a tornare su quelle strade e a vivere l’esperienza, di nuovo, in un modo indimenticabile»

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