La tangenziale della morte: dopo le tragedie non cambia nulla

Tavazzano Un mese fa l’incidente costato la vita a un papà di Lodi Vecchio

A un mese dall’ultimo drammatico incidente nessun annuncio ufficiale, nessuna convocazione di tavoli di confronto. È infatti calato nuovamente il silenzio sulla variante della via Emilia a Tavazzano: la morte di Fabio Not, 53enne di Lodi Vecchio deceduto mentre percorreva la tangenziale la sera del 26 novembre, aveva aperto una nuova serie di interrogativi e richieste di messa in sicurezza del tratto che permette di superare il centro abitato tavazzanese non senza rischi però. Mentre sull’accaduto la Procura di Lodi ha aperto un fascicolo, alla base della carambola risultata mortale ci sarebbe un sorpasso azzardato che ha portato appunto al decesso dell’uomo e al ferimento di un 47enne di Casalmaiocco che procedeva nella direzione opposta mentre era rimasto illeso invece un 41enne che si è trovato sfortunatamente coinvolto nello scontro, la speranza di molti era quella appunto che ci fosse anche una prima riflessione su come limitare il rischio di incidentalità su un tratto dove si sono contate già troppe morti così come incidenti di grave entità che fortunatamente non hanno portato a decessi. Al momento però appunto, ufficialmente ma anche ufficiosamente, non ci sarebbe stato alcun incontro o riflessione tra chi gestisce il tratto, Anas, e gli enti superiori provinciali per capire come intervenire per provare anche solamente a portare maggiore sicurezza su un tratto di strada che permette sì di evitare il transito in centro a Tavazzano ma con sé porta numerosi rischi. A farsi promotore di una proposta nei giorni successivi al fatto, con conseguenti polemiche anche nelle settimane seguenti, era stato l’ex sindaco Francesco Morosini che aveva proposto di proseguire l’interlocuzione che aveva aperto quando era primo cittadino e che avrebbe dovuto portare all’installazione di rilevatori di velocità. Un progetto ancora sulla carta, che si potrebbe sicuramente realizzare, in attesa che però che gli enti superiori si facciano avanti.

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