«Peste suina, il Governo deve aiutarci: siamo la linea del Piave dell’infezione»

Il grido d’allarme Coldiretti chiede altri 50 milioni di indennizzi, proteste di alcuni allevatori per le regole sulla “biosicurezza”

Codogno

Gli indennizzi diretti per gli allevamenti colpiti da Psa non sono in discussione e arriveranno di sicuro, per quelli indiretti invece la strada è più tortuosa: 10 milioni sono previsti nel decreto Omnibus, forse altri 10 arriveranno dalla manovra di bilancio, ma Coldiretti si spinge a chiederne altri 50. È uno dei temi emersi ieri nel convegno di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza in Fiera Codogno sul tema “Le malattie infettive animali”. Il commissario nazionale alla Peste Suina Africana Giovanni Filippini non è riuscito a partecipare, ma è stato sostituito da Luigi Ruocco, Direttore Sanità animale del ministero della Salute. Nel convegno non sono mancati un paio di momenti di tensione tra gli allevatori suinicoli, su norme di biosicurezza e indennizzi.

Il sindaco di Codogno Francesco Passerini e il consigliere delegato alla Fiera Matteo Zambelloni hanno portato i saluti istituzionali ricordando «la scelta sofferta ma di responsabilità» di non portare le vacche in Fiera (per la Blue tongue, ndr.) e augurandosi che «il prossimo anno possa essere diverso». Il presidente della Provincia Fabrizio Santantonio invece ha invocato senza mezzi termini l’intervento del Governo a sostegno di «quella linea del Piave che è oggi il Lodigiano per la Peste suina africana» sottolineando come dall’inizio della crisi sul territorio in estate siano già stati abbattuti 40mila capi.

Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia, e Umberto Bertolasi, direttore di Coldiretti Interprovinciale hanno introdotto il tema delle malattie, Blue tongue, aviaria e Psa, sottolineando come «il Lodigiano, almeno per la Psa, abbia un punto di vista diverso: se altri guardano a come fermarla Psa, noi ci siamo dentro». Il convegno è stato moderato dal direttore del «Cittadino di Lodi» Lorenzo Rinaldi e sono intervenuti di Ruocco, Marco Farioli, direttore generale della Unità veterinaria di Regione Lombardia; Massimo Meazza, dirigente del Distretto veterinario di Ats Città Metropolitana, Paolo Cova, vicesegretario nazionale del Sindacato italiano veterinari libero professionisti. In un quadro normativo complesso, sono state inquadrate le diverse malattie infettive animali, che causano centinaia di milioni di euro di danni, e sono state spiegate le iniziative di Ministero, Regione e Ats, e le criticità dei veterinari nelle aziende zootecniche, con un accento particolare sulle azioni degli allevatori, in questa fase «fondamentali per evitare l’ingresso della malattia negli allevamenti, perché non sono i cinghiali, ma le sviste degli operatori, anche solo una, a portarla in azienda». Conclusioni di Alessandro Rota, presidente Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza, che ha chiesto la «giusta flessibilità nelle restrizioni in base a quanto accade effettivamente sui territori» e «una chiara traiettoria per la continuità degli allevamenti».

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