
Cronaca / Basso Lodigiano
Lunedì 06 Maggio 2024
Mauro Dragoni da Codogno al Senato
per parlare di intelligenza artificiale
Dal 2011 il 43enne lavora come ricercatore alla Fondazione Bruno Kessler di Trento
C’è anche Mauro Dragoni, 43 anni, di Codogno, nel team di ricercatori che al Senato della Repubblica parlerà di intelligenza artificiale applicata alla sanità. Dunque, di futuro. Nel 2011 infatti il dottor Dragoni ha lasciato la sua Codogno per andare a lavorare come ricercatore presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, dove ricopre il ruolo di responsabile dell’Unità di Intelligent digital agents nel centro di sanità digitale, e dov’è anche professore aggiunto presso l’Università di Trento.
«All’interno del nostro gruppo di ricerca di occupiamo dell’applicazione dell’intelligenza artificiale e delle implicazioni della sua applicazione dal punto di vista etico - spiega Dragoni, sposato, padre di due figli e molto affezionato alla sua città d’origine -; in particolare giovedì 16 maggio interverremo a Roma, al Senato della Repubblica (sala Zuccari, ndr), all’evento organizzato dalla Piattaforma ecosistematelemedicina, dall’Associazione italiana di sanità digitale e telemedicina e dalla Pontificia Academia Pro vita dal titolo “Intelligenza artificiale ed ecosistema umano. Quali scenari per la sanità”».
Un appuntamento di alto profilo dedicato agli orizzonti che si aprono con l’applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale: il loro impatto sull’organizzazione produttiva, sociale, culturale e la loro ricaduta sulla ricerca scientifica in campo medico, in particolare in relazione alla possibilità di sostenere il nuovo paradigma della medicina predittiva e personalizzata. Un incontro al quale interverranno relatori di livello nazionale e internazionale.
«L’intelligenza artificiale è uno strumento di supporto importante in ambito sanitario, sia per i medici che per i pazienti», annota il ricercatore che spiega: «Quando si parla di intelligenza artificiale spesso si ha in mente qualcosa che miri a rimpiazzare le persone, ma non è così, l’intelligenza artificiale è uno strumento di tipo complementare, in gergo si parla di empowering, il medico resta il medico: per esempio, pensiamo a come l’intelligenza artificiale sia in grado di incrociare ed elaborare dati, permettendo in tempi celeri di definire il miglior trattamento da fare per quel paziente, ma pensiamo in generale alla capacità di matching ed elaborazione dei dati dell’intelligenza artificiale rispetto alla quantità di personale sanitario che dovrebbe fare solo quello per giorni, e non dimentichiamoci le possibilità di cura da remoto».
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