CODOGNO Il sindacalista Bignamini resta in carcere, deve scontare quattro anni

Il segretario Fisi è stato arrestato venerdì mentre si trovava in ufficio: a suo carico condanne per diffamazione

Venerdì mattina Gianfranco Bignamini aveva fatto colazione come suo solito al bar sotto i portici vicino al suo ufficio in via Pascoli. E alle 8 era andato ad aprire il patronato. Poi alle 8.30 la diffusione di un volantino con cui annunciava un presidio “permanente” con bandiere per l’indomani davanti al Comune di Codogno e indiceva lo sciopero generale dei dipendenti del municipio. Una mattinata qualunque, stravolta però intorno alle 11.15 quando in via Pascoli sono sopraggiunte due pattuglie di carabinieri di Codogno. Una parte dei militari è rimasta a presidiare la strada, mentre un ufficiale è entrato nell’ufficio del sindacalista per notificargli l’arresto. Venerdì era giorno di mercato a Codogno e seppur nel viavai di gente, lo spiegamento di forze dell’ordine non è passato inosservato. In molti si sono fermati a osservare la scena, in «un silenzio surreale» riferisce un cittadino. Quindi Bignamini è uscito dall’ufficio ed è stato visto salire in macchina per essere condotto in carcere a Piacenza. Non prima però di un passaggio in pronto soccorso: il sindacalista infatti avrebbe accusato un malore prima di varcare le porte della casa circondariale delle Novate. Bignamini deve scontare quattro anni di reclusione per diffamazione, un’esecuzione di pena per cumulo di più condanne passate in giudicato.

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