Casale, ragazzine aggredite e rapinate da due 13enni

IN PIENO CENTRO Insulti e spintoni, poi uno degli aggressori ha tirato fuori un coltello

Ragazzine rapinate in pieno centro a Casale da due tredicenni armati di coltello. «Sono disposta a incontrare i genitori del ragazzo che ha rubato la borsa a mia figlia» l’appello della madre della più giovane delle amiche per riuscire a recuperare il cellulare della figlia diciassettenne e le chiavi di casa che si trovavano nella sua borsetta di Hello Kitty. Martedì intorno alle 18.30 la ragazzina e un’amica maggiorenne stavano rincasando dopo lo stage e si trovavano in centro, all’imbocco della ciclabile sul Brembiolo vicino all’ex edicola di Gigio in via Marsala, quando due ragazzini stranieri in bicicletta si sono avvicinati a loro e hanno iniziato a insultarle. I quattro non si conoscevano e alle malaparole è seguito un botta e risposta culminato in spintoni, fino a che uno dei ragazzini ha estratto il coltello mentre l’altro arraffava la borsa della diciassettenne. Poi i violenti sono fuggiti in bici, facendo perdere le loro tracce. Fortunatamente nessuna delle ragazzine è rimasta ferita, ma lo spavento è stato tanto. E dopo lo shock proprio la vittima si è recata in caserma con la madre per segnalare l’accaduto. Poi ieri ha presentato formale denuncia. Anche l’amica è stata ascoltata dai carabinieri e ha riconosciuto dalle foto “segnaletiche” gli aggressori: due tredicenni stranieri residenti a Somaglia e già noti alle forze dell’ordine. «Il cellulare di mia figlia è un vecchio Iphone 12, per di più ha il blocco per cui lo possono buttare perché è inutilizzabile, ma contiene tutte le sue foto e i suoi contatti - si sfoga la mamma della ragazza -. Quello che chiedo a questi ragazzi e alle loro famiglie è di restituirlo. Nella borsa c’erano anche le chiavi di casa e se non riusciremo a ritrovarle dovremo sostituire la serratura non solo del nostro appartamento ma dell’ingresso del condominio. Io e mio marito siamo due operai, ci alziamo alle 5.30 di mattina per andare a lavorare. Non navighiamo nell’oro e dover sostenere queste spese non è come dirlo». Per questo la donna spera in un gesto di ravvedimento da parte dei rapinatori. «Crescere un adolescente non è facile – riflette -. Ma di fronte a un fatto come questo i genitori non dovrebbero difendere o proteggere i figli, ma metterli sulla buona strada». Che a compiere la rapina siano stati due ragazzini di origini extracomunitarie, poi, non vuole diventi motivo di discriminazione. «Ho moltissimi colleghi stranieri, lavoriamo insieme da anni e sono bravissime persone» tiene a precisare la donna. Che poi ha parole di gratitudine per le forze dell’ordine e per il sindaco Elia Delmiglio: «I carabinieri hanno fatto tutto il possibile per aiutarci – sottolinea -. Certo, c’è la rabbia per quello che è successo, perché sono qua con mia figlia che sta bene, ma poteva finire peggio. Però si sono dati da fare e hanno detto che continueranno a farlo. Così il sindaco Delmiglio». Ieri intanto un casalino ha ritrovato la carta d’identità della diciassettenne in zona piscine.

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