CASALE La Comunità energetica darà un aiuto ai più deboli

I proventi che derivano dalla cessione dell’elettricità in eccesso saranno utilizzati per gli utenti fragili

Ha già un nome, “Casale Energetica”, e un codice fiscale. Nonché un Cda il cui presidente-promotore è il sindaco in persona, Elia Delmiglio. La Comunità Energetica a Casalpusterlengo è realtà, conta 161 famiglie e alcuni produttori con impianti fotovoltaici di piccole dimensioni, tanto che ora l’auspicio dell’amministrazione comunale è che entrino a farvi parte anche le piccole medie imprese della città e delle frazioni. Oltre a parrocchie, associazioni e naturalmente sempre più famiglie e cittadini. «Chiederemo alle piccole medie imprese di mettere a disposizione i loro impianti, così potremo aiutare le famiglie in difficoltà – spiega l’assessore ai lavori pubblici Alfredo Ferrari, parlando a nome del Comune -. L’unica prescrizione è che gli impianti siano stati autorizzati dopo il 15 dicembre 2021, per gli altri ci sono altre regole. L’ingresso e l’uscita non comportano alcun costo ed entrando come soci, i proventi che derivano dalla cessione dell’energia al GSE, rispetto a quella che non viene utilizzata come autoconsumo, verrà utilizzata per la “povertà energetica”». Termine che indica l’incapacità da parte di famiglie o singoli cittadini di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, a discapito del loro benessere. L’occasione per il Comune per fare il punto sul progetto è l’intervento di qualche giorno fa del candidato di “Casale al Centro”, Federico Meazzi, che proponeva appunto la creazione di una Comunità energetica a Casale, come “soluzione di risparmio per i cittadini”. «Fa piacere che Meazzi sia favorevole, ma non è informato, perché la Comunità Energetica a Casale esiste già – prosegue Ferrari in tono sarcastico -. Sembra assurdo che chi si candida a governare la città non sappia nemmeno quello che accade, tanto più che abbiamo fatto assemblee pubbliche ed è stato approvato in consiglio comunale all’unanimità. Spiace perché chi ha esperienza nella pubblica amministrazione dovrebbe evitare ai giovani queste brutte figure».

© RIPRODUZIONE RISERVATA