A cinque anni dalla morte di Elisa nessun risarcimento alla famiglia

MALEO I parenti restano in attesa di una giustizia che non arriva: la 34 enne investita dal treno al passaggio a livello

Quanto vale il dolore? Nelle aule di giustizia ha le sue “unità di misura”. Le deve avere. Danno morale, esistenziale, biologico. A 5 anni dall’incidente al passaggio a livello di Maleo, il 15 agosto 2020, in cui ha perso la vita la 34enne di Pizzighettone Elisa Conzadori, travolta da un treno mentre rincasava in auto dal lavoro, i famigliari non hanno ancora ottenuto in alcun modo giustizia né risarcimenti. Non in seno al processo penale, archiviato nell’ottobre 2023 dal Gip di Lodi che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura. Non in ambito civile, dove il processo va avanti a forza di perizie psicologiche e memorie, senza che si sia venuti ancora a capo di niente. «È il quinto anniversario ma lo vivo come il primo, non c’è differenza – spiega la sorella Laura -. Forse è peggio, perché più passa il tempo e più il silenzio di chi ha il potere di parlare, peggiora le cose, perché purtroppo la mia voce ha poco potere in quello in cui si è imbattuta Elisa e che se l’è portata via». Il riferimento è a Rfi in primis: «L’indifferenza di questi colossi è veramente disarmante e schifosa» prosegue la giovane donna e mamma di un bambino di 5 anni e mezzo, venuto al mondo 3 mesi prima della scomparsa di zia Ely. «Ho perso fiducia e ho veramente il disprezzo verso la legge, verso la giustizia e verso lo Stato – ammette -. Perché non c’è nulla di giusto in quello che è stato fatto fino adesso. E non c’è stato rispetto per una vita che è stata tolta e per quello che ha lasciato a chi è rimasto in vita». Fa una pausa. Poi riprende: «Ci sono stati 5 testimoni ( che hanno dichiarato di aver visto le barre del passaggio a livello alzate quando la Citroen della 34enne ha attraversato i binari ed è stata spazzata via dal treno , ndr), che sono stati ascoltati appena 4 volte in 5 anni, e intanto sono stati rifatti anche i passaggi a livello per cui è praticamente impossibile riaprire il caso». Per farlo infatti servirebbero nuove prove. E come trovarle sulla scena del delitto completamente cambiata? «Due anni fa abbiamo scritto anche al ministro della giustizia Nordio perché presentasse al ministro delle infrastrutture la richiesta di riaprire il caso, ma non è arrivato nulla», conclude Laura Conzadori. Che domani, giorno di Ferragosto, porterà dei palloncini bianchi sul luogo dell’incidente. «Ci piacevano tanto», dice parlando anche a nome della sorella. Intanto, insieme a uno scrittore, prepara un libro dedicato a Elisa: «Volevo che uscisse entro quest’anno, è un po’ più complicato, ma arriverà». È una promessa.

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