Zelo: inizia il processo per la donna nella valigia

IN CORTE D’ASSISE Il compagno l’avrebbe uccisa e gettata nell’Adda perché aveva un’altra

Si è celebrata a inizio settimana a Milano la prima udienza del processo per l’omicidio di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter salvadoregna scomparsa a gennaio e ritrovata settimane dopo nelle acque dell’Adda, a Zelo Buon Persico: per i familiari, «è stata uccisa perché era diventata ingombrante». Una frase che suona quasi come una sentenza anticipata per l’ex compagno, Pablo Gonzalez Rivas, 48 anni, imputato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. In aula, a Milano, la zia Rosario De Fatima Valle Espinoza e la cugina, arrivate dopo 16 ore di viaggio da El Salvador, costituitesi parti civili. Con loro un album di foto: la vita che chiedono di rimettere al centro, perché, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne, «tutti vedano che Nataly aveva una famiglia e ora chiede giustizia». Secondo la ricostruzione della Procura, coordinata dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, la donna sarebbe stata picchiata e soffocata nell’appartamento di piazza dei Daini a Milano, poi chiusa in un borsone nero da palestra gettato nel fiume. Jhoanna, per lui, «doveva andarsene».

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