
Cronaca / Alto Lodigiano
Venerdì 17 Gennaio 2025
Nel boschetto della droga a Rogoredo per aiutare i disperati
Volontariato Viaggio a San Donato con tre auto cariche di coperte per l’associazione di Mulazzano “Gio uno di Noi”
L’associazione “Gio uno di Noi” di Mulazzano ha trasformato un’iniziativa di volontariato in un potente messaggio di speranza. Mercoledì sera, tre auto cariche di piumoni e coperte hanno lasciato il cuore dell’Alto Lodigiano per dirigersi verso il “boschetto della droga” tra Rogoredo e San Donato, rispondendo alle richieste di aiuto di centinaia di disperati che vivono all’addiaccio, schiavi della “dose”. Il carico di aiuti, frutto di una raccolta straordinaria durata appena due giorni, è stato destinato al Team Rogoredo, guidato da Simone Feder, che ogni mercoledì sera presidia l’area per offrire conforto e sostegno ai dimenticati della notte: vittime di scelte sbagliate, persone senza volto, senza calore, neppure per difendersi dal gelo. «Tutto è cominciato due settimane fa, quando abbiamo letto un articolo sulla situazione nel boschetto – raccontano Lorenzo, Dario, Angelo, Luciano e Adriano, con Angelo, Massimiliano e Andrea, volontari dell’associazione nata nel maggio scorso –. Volevamo fare qualcosa di concreto. Abbiamo contattato Feder e organizzato una raccolta di generi di prima necessità. Quando siamo andati a consegnarli, ci si è aperto un mondo davanti agli occhi, e abbiamo capito che dovevamo tornare». Così è stato fatto, ma prima, con il patrocinio del Comune di Mulazzano, le piazze della chiesa e del municipio, si sono animate sabato e domenica di una generosità inaspettata. «Abbiamo ricevuto moltissimo: da volti familiari, amici, ma anche da sconosciuti. È stato incredibile vedere la comunità rispondere con tanto calore», raccontano i volontari. Alle 19.15, l’altra sera, il gruppo di Mulazzano è partito verso Milano per unirsi alla catena umana del Team Rogoredo, distribuendo le coperte e i beni raccolti. Nel boschetto, un viavai di giovani e meno giovani si avvicinava timidamente ai banchetti. «Sono gli ultimi, persone abbandonate, che vivono al margine con la droga come unica compagna – spiegano i volontari –. Grazie a Simone ( Feder , Ndr) abbiamo imparato a guardarli negli occhi, a riconoscerli come individui, a non avere paura. Nessuno è irrecuperabile se riesce a intravedere qualcosa oltre il bosco, se può coltivare una speranza». L’associazione “Gio uno di Noi”, nata a maggio dello scorso anno, promette che questa è solo la prima di molte iniziative. «Abbiamo scoperto che anche un piccolo gesto può fare una grande differenza. La nostra comunità ha dimostrato che unendo le forze si può restituire dignità a chi sembra averla persa», concludono i volontari pronti a tendere una mano a chi, forse, non ci credeva più.
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