«Voglio che il reparto di Lodi conquisti la fiducia dei lodigiani» VIDEO
OSPEDALE Interviene il dottor Giacomo Piero Incarbone, nuovo primario del reparto di urologia del Maggiore
Lodi
È arrivato il 16 ottobre, in due mesi sono stati già operati dieci tumori al rene e altri 6 pazienti sono in attesa. Il dottor Giacomo Piero Incarbone, 58 anni, è il nuovo primario del reparto di urologia. L’obiettivo è riportare il reparto ad essere attrattivo per i pazienti e anche per i professionisti, riconquistando la fiducia dei pazienti.
. Video di Alexandru Ploiesteanu«Così rilancio il reparto di urologia di Lodi»
«Adesso - spiega il medico - siamo in 4 medici con me. Dovremmo essere almeno in 6, quindi mancano dai 3 ai 4 colleghi. Si è appena chiuso il concorso. Si sono iscritti in 7 e presentati in 5. Speriamo». Considerando che i bandi prima andavano deserti, è già un risultato. Per lungo tempo non ci sono state innovazioni tecnologiche e il reparto non era più attrattivo. Il primario, laurea a Milano e specializzazione a Parma, ha lavorato in passato al Sacco e allo Ieo e, dal 2000 ad oggi, ha effettuato 5mila interventi. Nei giorni scorsi, all’ospedale Maggiore con una metodica invasiva e un ottimo risultato finale, il primario ha rimosso un calcolo renale di 5 centimetri. Il calcolo occupava tutta la via escretrice e rischiava di compromettere la stessa funzione renale. Erano diversi anni che a Lodi non si eseguiva un intervento del genere. Nei prossimi giorni, l’equipe del dottor Incarbone sarà impegnata in un altro intervento particolarmente complesso: sarà trattato in laparoscopia un tumore della vescica. Questo tipo di procedura, in modalità mini invasiva, rappresenta una novità assoluta per l’urologia del Maggiore. Tutti i tumori che possono essere operati in maniera mini invasiva vengono operati dal dottor Incarbone in laparoscopia che «riduce il dolore, consente al paziente un recupero più veloce e limita possibili rischi intraoperatori».
Chirurgia a cielo aperto a Lodi si faceva poco e laparoscopica per nulla. «Abbiamo iniziato a introdurre l’asportazione dei tumori renali con questa metodica - spiega il primario -, poi la cistectomia laparoscopica e in settimana avremo una prostatectomia radicale laparoscopica; abbiamo iniziato anche a trattare la calcolosi del rene con un accesso percutaneo nel fianco che consente di accedere al rene e trattare anche calcoli di grosse dimensioni».
L’ultima cistectomia a Lodi risale a una decina d’anni fa, i pazienti venivano inviati nelle strutture limitrofe.
A breve a Lodi arriverà anche il robot a sostegno della chirurgia generale per interventi allo stomaco e all’intestino e per la chirurgia urologica appunto: «È una metodica efficace - spiega il medico che ha lavorato con il robot per oltre due anni - per la mini invasività e i risultati per i tumori della prostata, vescica e rene».
Il dottor Incarbone ha lavorato con il robot per oltre due anni, nel suo reparto ora hanno già fatto formazione e sono pronti. «Dobbiamo riconquistare la fiducia dei lodigiani», conclude. A Lodi si sta già avviando una unità per la patologia della prostata. Sono partite le biopsie mirate, migliorando la diagnosi del tumore.
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