Violenza, più di 300 donne all’ospedale

Più di 300 donne, nel 2011, sono finite al pronto soccorso perché vittime di atti violenti. È il dato più eclatante emerso durante l’incontro che si è tenuto lo scorso venerdì sera al teatrino dell’Informagiovani, promosso dal centro antiviolenza di Lodi in sinergia con tutti gli enti del territorio impegnati nella lotta alla violenza contro le donne. Preceduto da una performance di teatro danza di Simona Taddei e Federica Farina e moderato dalla giornalista Laura De Benedetti, l’incontro si è aperto con il report della Polizia di Stato, illustrato ai quasi cento presenti (nel pubblico anche l’assessore alla sicurezza del comune di Lodi Umberto Pensa, l’assessore provinciale Nancy Capezzera, più una nutrita rappresentanza del terzo settore lodigiano) dalla sostituto commissaria Silvana Tomaselli, coadiuvata da Francesca Fata.

«Nel corso del 2011 la questura di Lodi ha registrato 23 denunce per maltrattamenti femminili e 7 per violenza sessuale. Le querele per stalking sono state 6, 9 gli ammonimenti, 70 gli esposti, 45 gli interventi diretti a causa di liti in famiglia. Di fronte a dati come questi, il nostro impegno è dare a queste donne un sostegno immediato e concreto, per loro vogliamo essere la polizia che aiuta, non quella che punisce». Dietro a quelle 23 denunce ci sono 23 famiglie «che si stanno liberando da un incubo»; molte altre, invece, restano nell’ombra: secondo i dati dell’Azienda ospedaliera, raccolti nel corso del 2011 nei presidi di Lodi, Sant’Angelo e Codogno, non ha sporto denuncia il 16 per cento delle 257 donne arrivate al pronto soccorso. Molte poi, all’ospedale non ci sono nemmeno andate: «Il numero di accessi registrati nel 2011 è diminuito rispetto al 2010 - ha detto la responsabile della direzione formazione Barbara Grecchi -, ma questo non significa che sia diminuito il numero delle violenze. Il peggioramento generale delle condizioni socio-economiche ha posto molte donne in una posizione di fragilità maggiore, le ha rese economicamente più dipendenti dal partner, più restie a rivolgersi ai servizi. Questo è vero soprattutto per le donne straniere: sono sempre meno quelle che vengono a farsi medicare al pronto soccorso, in un anno la loro percentuale è calata dal 24 al 3,5 per cento. La stragrande maggioranza degli accessi è costituito perciò da donne italiane: la fascia d’età più colpita va dai 35 ai 44 anni, ma abbiamo registrato un aumento nelle donne oltre i 55 anni.

Per quanto riguarda la tipologia dei traumi, il 58 per cento è costituito da lesioni multiple, il 20 per cento da traumi facciali e agli arti, da segnalare un 5 per cento che si presenta al pronto soccorso con manifestazioni acute di ansia, depressione e altre alterazioni dello stato emozionale».

Un bollettino di guerra che per troppe donne è la routine quotidiana, e spesso anche i loro bambini ne subiscono le conseguenze, come confermano i dati raccolti dal Consorzio lodigiano per i servizi alla persona, presentati da Barbara Dadda: «Nel corso del 2011 il servizio tutela minori si è fatto carico di 559 bambini, per un totale di 348 nuclei familiari coinvolti. I casi di donne maltrattate sono stati 12 in un solo anno, 5 in più di tutti quelli registrati dal 2007 al 2010. Le violenze possono essere di natura fisica, psichica, economica, e ad infliggerle sono spesso uomini che presentano problematiche di tipo psichiatrico, o che abusano di alcol e sostanze stupefacenti».

Dati che sottolineano la drammaticità di un fenomeno cui le istituzioni sono chiamate a far fronte: gli assessorati alle pari opportunità di comune e provincia, rappresentati da Giuliana Cominetti e Elena Maiocchi, hanno ricordato ai presenti le iniziative concrete messe in campo negli ultimi anni.

Silvia Canevara

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