Via ai carotaggi all’ex Sicc

Partiranno a breve i sondaggi sul terreno in zona ex Sicc. Sulla sponda sinistra del fiume, verranno prelevati alcuni campioni per valutare le condizioni ambientali. L’intervento verrà effettuato in via Ferrabini, dove è presente un’area industriale dimessa che un tempo produceva prefabbricati in cemento. L’iniziativa è una condizione preliminare per la presentazione di un progetto di costruzione in riva all’Adda. Il piano di governo del territorio, strumento urbanistico che definisce tutte le zone per realizzare nuove case a Lodi, stabilisce che in quella superficie potranno essere realizzati solo insediamenti residenziali a bassa densità.

Il terreno di via Ferrabini è di proprietà dell’immobiliare Revellino, che ha presentato in Broletto un piano specifico. Un progetto che è stato esaminato dai tecnici del Comune di Lodi e ha ottenuto il via libera. Si prevede di fare un’analisi capillare dei terreni della zona. In assenza di informazioni sullo stato qualitativo della falda e non essendo possibile escludere la presenza di contaminazione (come ad esempio fognature o pozzi perdenti), è stato stabilito che è necessario ricercare i campioni anche nelle acque sotterranee. Tutta questa attività dovrà essere concordata con il laboratorio Arpa di Parabiago. Le date di esecuzione delle indagini dovranno essere definite invece con il dipartimento dell’Agenzia regionale per l’ambiente di Lodi. A metà di giugno si è tenuta anche una conferenza dei servizi, ovvero una riunione tra i diversi enti coinvolti, tra cui Comune, Provincia e Arpa. La proprietà dell’area si è impegnata a completare la recinzione lungo il lato sud est della zona, in modo da proteggere gli spazi per consentire le operazioni.

Le procedure rappresentano i primi passi per poi presentare un piano integrato d’intervento. Al momento però in municipio informano che non è stato proposto alcun progetto di trasformazione per quella superficie vicina al nuovo argine. Lì i lavori di costruzione di case erano vincolati alla realizzazione delle difese spondali, che sono state ultimate da tempo. Dopo il ponte è stato infatti eretto un muro che prosegue per alcuni metri e poi si trasforma in un rilevato in terra. Sulla sommità c’è anche una pista ciclabile. Dietro quel tracciato ci sono i resti di una palazzina, un edificio fatiscente che è quanto rimasto di una ditta dismessa. In zona le regole imposte per costruire sono ferree: i proprietari dovranno anzitutto non innalzare dei palazzoni, poi avranno l’onere di creare delle connessioni con la grande foresta di pianura adiacente e dovranno prevedere dei lavori per riqualificare tutta la zona sportiva che si trova vicino.

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