Venti delitti denunciati ogni giorno

Venti delitti denunciati ogni giorno. È questo il quadro dell’attività criminale che si muove nel territorio. I dati sono del ministero dell’Interno e si riferiscono ai primi sei mesi dell’anno scorso. Secondo quanto raccolto dal quotidiano «il sole 24 ore», nella nostra provincia da gennaio a giugno del 2010 ci sono stati complessivamente 3.618 delitti venuti a conoscenza e poi registrati dalle forze dell’ordine (16,2 ogni mille abitanti). Numeri che spingono Lodi al 69esimo posto nella graduatoria nazionale, su un totale di 103 province prese in esame.

I dati permettono anche di fare un raffronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. E da questa valutazione risulta che nella provincia di Lodi il numero di questi reati è cresciuto, nello specifico dello 0,8 per cento. In generale la realtà dove è stato raggiunto il livello più alto di crimini è il territorio di Milano, con 137mila circa e una media di 35 ogni mille abitanti. Allarme sicurezza che si fa sentire anche per le zone di Torino, Bologna, Genova e Firenze. Per quanto riguarda i territori confinanti o non lontani da Lodi, il livello più alto di reati rispetto alla popolazione si registra a Pavia (12.833 e 23,8 ogni mille abitanti), poi a Bergamo sono stati poco più di 23mila (21,4 ogni mille residenti), Piacenza 4.906 (17,2 ogni mille abitanti) e Cremona 6.379 (17,7 ogni mille abitanti). Da segnalare che i numeri a Milano sono in discesa del 4,8 per cento, della stessa percentuale nel Cremonese e a Piacenza addirittura del 6,8 per cento. La stessa media nazionale, sullo stesso periodo del 2009, ha davanti il segno meno. Infine vengono considerate province al riparo quelle che hanno una media di delitti denunciati sotto i 15 ogni mille abitanti. E Lodi è leggermente al di sopra di questa soglia. Sono assolutamente delle isole felici invece Oristano che ha 1.581 reati segnalati e 9,5 denunce ogni mille residenti, poi Potenza con 4.406 e 11,4 ogni mille, oltre a Matera con 2.393 e 11,7 ogni mille. Scorrendo tutta la graduatoria emerge quindi che a soffrire di più sono le province che ospitano i grandi centri o metropoli, come nel caso di Milano, Torino e Bologna, o la capitale che è al settimo posto in classifica. Stanno decisamente meglio invece territori che non hanno grandi città.

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