Valanghe di rifiuti sull‘Adda

All’Adda pesci pochi, ma rifiuti tanti. Ci hanno provato i pescatori lodigiani a ribaltare la situazione, con una giornata di grandi pulizie che ha coinvolto una settantina di volontari, armati di guanti, puntale e sacco nero per raccogliere la sovrabbondante spazzatura che imbratta entrambe le sponde del fiume, dalle Due Acque fino al ponte. La giornata, promossa dalla sezione lodigiana dell’associazione Pescatori dilettanti con il patrocinio del Servizio pesca della Provincia, si è aperta alle nove del mattino, per concludersi qualche ora più tardi con un pranzo servito alla pizzeria La Cava.

Dentro, i “netturbini” brindavano al successo della raccolta; fuori, cumuli di spazzatura alti come un uomo aspettavano l’arrivo del camioncino dell’Astem per raggiungere la discarica. «Sono quarantadue anni che organizziamo questa iniziativa - dice il presidente dell’associazione, Giancarlo Magli - e ogni volta troviamo di tutto e di più: cartacce, lattine, il classico sacchetto con i resti del pic nic sparpagliati in giro dai corvi, ma anche divani, frigoriferi, rottami d’automobile. Vicino alla mortina del Faro abbiamo trovato persino un canestro tagliato, pieno di olio motore, che grazie a Dio non è stato rovesciato in acqua, altrimenti il danno sarebbe stato molto maggiore». Cogliere gli incivili sul fatto è cosa rara («Qualche volta è capitato, e abbiamo rischiato pure di prenderle»), e così i Pescatori dilettanti, se vogliono praticare il loro sport preferito in un ambiente accettabile, devono sbrigarsela da soli, con ripetute campagne di pulizia come quella di ieri. A dar loro una mano sono intervenuti gli uomini del Parco Adda Sud, insieme a tanti privati cittadini - molte le donne - sensibili alla salvaguardia del fiume: «A me personalmente piace vivere nel pulito e mi da fastidio la gente che sporca - dice un partecipante - . Speravo almeno quest’anno di trovare meno rifiuti, ma non è stato così purtroppo». Il problema principale è la scarsa coscienza ecologica di chi frequenta la riserva dei Pescatori dilettanti, ma anche ciò che si nasconde sotto le radici dei boschi del Belgiardino: una discarica, che quando piove molto o l’Adda sale, restituisce i relitti indigeriti della Lodi anni Cinquanta. «Quando la scorsa estate hanno scavato la nuova piscina del centro ricreativo è venuto fuori di tutto - conferma Antonio Rossi - e lì attorno è tutto così. Se ci si fa caso, si può notare persino la suddivisione dei rifiuti: qui le gomme, là il vetro...». Impossibile ripulire tutto, anche avendo a disposizione una squadra di volonterosi spazzini. Ciò che si può - si deve fare - «è evitare di sporcare, ma questo sta al buon senso delle persone, noi ci possiamo fare poco».

Silvia Canevara

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