«Una stangata con la Tares»

Il presidente dell’Associazione comuni lodigiani, il sindaco di Lodi Vecchio Giancarlo Cordoni, lo ammette candidamente: «Con la Tares, che sostituirà la tassa rifiuti, il peso per i cittadini sarà elevato perché gli aumenti rispetto alla vecchia Tarsu si annunciano significativi». Proprio per questo molti comuni lodigiani, in questi giorni, stanno inviando alle famiglie i bollettini per il pagamento dell’acconto. Lo sta facendo il capoluogo, lo stanno facendo numerosi altri centri. Nel caso di Lodi, l’acconto (che può essere rateizzato a giugno e settembre) viene calcolato nella misura del 75 per cento di quanto pagato con la Tarsu nel 2012. A dicembre poi si dovrà pagare il saldo, che tuttavia non sarà più calcolato con i criteri della Tarsu, ma direttamente con quelli - nuovi e peggiorativi - della Tares. E dunque, per famiglie, commercianti e imprese il quadro si tinge di fosco.

«I bollettini per il pagamento dell’acconto emessi in questi giorni servono proprio ad alleviare il peso per i cittadini - avverte Cordoni - anziché far pagare la nuova Tares in un’unica soluzione, si è scelto di spalmarla su più mesi. L’acconto, va ricordato, è però calcolato sulla base della vecchia Tarsu». La ragione? La maggior parte dei comuni non si è ancora dotata del regolamento per l’applicazione della Tares: la data limite del 30 giugno è stata “italicamente” prorogata al 30 settembre. E dunque, per l’acconto di giugno (o giugno-settembre nel caso di rateizzazione) i comuni hanno seguito la vecchia procedura, per il saldo di dicembre utilizzeranno invece il nuovo regolamento. Che prevederà la copertura totale del costo di raccolta rifiuti (se il comune spende “100” deve incassare altrettanto) e la copertura di altri servizi, cosiddetti indivisibili, che poco hanno a che fare con i rifiuti e che infatti oggi non sono coperti dalla Tarsu. In vista di una rivoluzione che di fatto è già iniziata, gli artigiani sono saliti sul piede di guerra ormai da alcuni mesi. Memori - forse - di quanto avvenuto con l’Imu, dove non sempre le istanze delle Pmi sono state ascoltate dai sindaci. «Ho sollevato il problema della Tares nella giunta della Camera di commercio - spiega il segretario di Confartigianato, Vittorio Boselli - il presidente Zucchetti ha dato la propria disponibilità ad affiancare le associazioni di categoria in un tavolo di confronto con gli amministratori dei comuni. Per il mondo artigiano, l’effetto detonatore della Tares potrebbe infatti essere ancora più grande di quello dell’Imu».

Parla di «rincari massimi del 400 per cento» rispetto alla vecchia Tarsu e di «proiezioni preoccupanti» il segretario dell’Associazione commercianti Basso Lodigiano, Isacco Galuzzi. «In questi giorni abbiamo avviato il confronto con alcuni comuni, come Codogno e Somaglia, ed emerge un quadro con aumenti importanti. Ci sono casi limite, di esercizi che pagavano 1500 euro di Tarsu e che con la Tares dovrebbero pagarne 6mila». Artigiani e commercianti hanno dunque già iniziato a farsi sentire, attraverso le proprie organizzazioni di categoria. Difficilmente potranno fare la medesima cosa i comuni cittadini, per i quali si prospetta un fine d’anno da “lacrime e sangue”.

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