
Una provincia con la “barba bianca”
Nella Bassa la più alta percentuale di anziani del territorio
n Un Lodigiano con il passo stanco, i capelli bianchi e il bastone. I cittadini che hanno compiuto più di 65 anni sono 41.924, un dato aggiornato al 2009 che fa parte di una ricerca elaborata dallo Spi Cgil, uno dei sindacati che si occupano dei problemi dei pensionati.
Su tutto il territorio provinciale, gli anziani rappresentano il 18,75 per cento della popolazione, una cifra che a livello lombardo sale al 19,95 per cento.
Se si considerano gli abitanti con più di 60 anni, l’esercito si allarga fino a raggiungere quota 55mila, senza contare la squadra dei pensionati, che supera la soglia delle 68mila persone. In poche parole, un cittadino su tre ha già abbandonato il lavoro, nell’arco di quattro anni - dal 2006 al 2010 - coloro che ricevono un assegno dall’Inps sono cresciuti di 3mila unità, passando da 65.184 a 68.187.
LA MAPPA
È la Bassa a dominare la classifica dei paesi con la più alta presenza di anziani: Meleti, Castelnuovo, Bertonico, Corno Giovine, Caselle Landi e Maleo si piazzano uno in fila all’altro per poi lasciare il posto alla città del Barbarossa. Lodi conta 10.115 over 65, il 23,20 per cento della popolazione.
In tutti questi casi, la “squadra” di anziani supera sempre la soglia del 20 per cento, anche perchè alcuni dei centri ai vertici della graduatoria ospitano sul territorio una casa di riposo, come per esempio Meleti, Maleo (che ne conta addirittura due), Senna e Livraga.
Dalla parte opposta, con punteggi che scendono al di sotto del 15 per cento, si trovano i paesi che negli ultimi anni hanno vissuto un vero e proprio “boom edilizio”, attirando famiglie giovani e provenienti dalle province vicine.
Si tratta soprattutto del Centro Lodigiano, come per esempio Borgo e Pieve, o dei luoghi che gravitano attorno al Sudmilano, come Comazzo, Zelo e Galgagnano.
LE PREOCCUPAZIONI
Da una parte il Lodigiano invecchia, dall’altra i giovani faticano a trovare un posto di lavoro e preferiscono guardare verso la metropoli milanese. «Quali opportunità ci sono sul territorio? - si chiedevano solo qualche settimana fa i ragazzi e le ragazze intervistati sull’argomento -. O si va alla Zucchetti, o ci sono i centri commerciali».
I ragazzi tra i 15 e i 29 anni che sperano di “sistemarsi” una volta per tutte, gettando le basi per una carriera lavorativa, sono circa 3.200 in tutto il Lodigiano, mentre le persone tra i 30 e i 40 anni in cerca di un’occupazione ammontano a 3.524: a cui si aggiungono quelle tra i 41 e i 50 anni, pari a 2.328. I dati sono aggiornati al mese di novembre 2010 e sono stati raccolti dal Centro per l’impiego di via Paolo Gorini, che fa capo alla Provincia di Lodi.
A questo problema se ne aggiunge un altro: la capacità, ancora tutta da dimostrare, di attirare investimenti sul territorio, specialmente nelle aree dismesse, a cominciare dalle più famose, l’Akzo Nobel e l’Unilever.
Resta ancora da vedere che cosa accadrà alla Schering, i sindacati aspettano di conoscere il nome del colosso che potrebbe subentrare nello stabilimento di Comazzo, allo stesso tempo si attende il rilancio dell’ex Gulf, proprio adesso che Sorgenia si è messa in moto e potrebbe offrire energia a prezzi competitivi.
I lodigiani dovranno lasciarsi alle spalle un bagaglio di quasi 4 milioni di ore di cassa integrazione e un macigno fatto di aziende chiuse e licenziamenti che hanno messo in ginocchio il settore chimico, facendo quasi scomparire il manifatturiero.
E mentre c’è chi intravede qualche piccolo, lento segnale di ripresa, qualcun’altro mette in guardia gli ottimisti: la crisi soffierà anche nei prossimi anni...
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